18 aprile 2016 ore: 15:45
Immigrazione

Accoglienza migranti, "lo Sprar apra alla società civile"

E’ la proposta del direttore della Fondazione Migrantes, monsignor Giancarlo Perego, dopo il flop del bando sulla seconda accoglienza, che ora verrà riaperto dal Governo: "Come altri servizi alla persona, anche quelli sui rifugiati dovrebbero essere aperti alle organizzazioni di terzo settore"
Migranti di spalle in cammino

ROMA - Rendere possibile la partecipazione al bando Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) non solo ai Comuni ma a tutti gli enti accreditati di terzo settore, per realizzare così un effettivo ampliamento della rete dell’accoglienza. E’ la proposta avanzata al governo da monsignor Giancarlo Perego, direttore della fondazione Migrantes. Dopo il flop dell’ultimo bando, scaduto il 14 febbraio (gli enti locali hanno messo a disposizione solo 5000 posti su 10mila richiesti), il ministero dell’Interno ha, infatti,  annunciato di voler riaprire le candidature ma, spiega Perego a Redattore sociale: “sarebbe opportuno coinvolgere la società civile. Se i sindaci si tirano indietro altri soggetti potrebbero essere attivati”.

Dal punto di vista operativo, secondo il direttore di Migrantes una delle difficoltà maggiori per l’ampliamento del sistema Sprar, fermo a 20 mila posti “è che purtroppo i progetti di tutela dei rifugiati devono essere presentati dai comuni: se un comune decide di non partecipare, molto spesso anche solo per ragioni politiche o ideologiche, questi posti non vengono messi a disposizione. Io credo, invece, che i progetti dovrebbero essere presentati anche dalle organizzazioni e dagli enti accreditati, come si fa per gli altri servizi alla persona per gli anziani o i disabili – sottolinea -. Seguendo la logica della legge 328 il mondo del terzo settore potrebbe entrare più attivamente nella seconda accoglienza, mentre al comune verrebbe delegato il ruolo di controllo e tutela”.

Secondo Perego questo cambio di prospettiva è necessario in un momento in cui l’accoglienza è un tema centrale nel nostro paese. “ Papa Francesco da Lesbo ha indicato la via dei corridoi umanitari e ci ha sollecitato ancora una volta ad aprire le porte ai bisognosi – afferma –un impegno che in questi mesi la Chiesa ha fatto suo e che continuerà a portare avanti”. Secondo i dati di Migrantes sono 4.600 le persone accolte nelle 468 parrocchie italiane, mentre 327 migranti sono ospitati in157 famiglie che si sono rese disponili attraverso la diocesi di riferimento: “Si tratta di un’accoglienza gratuita, per cui la Chiesa ha investito 50 milioni di euro in un anno – spiega Perego – in molti casi le parrocchie hanno preso appartamenti in affitto per ospitare i migranti. E’un segnale importante di apertura e integrazione,  che stiamo rafforzando seguendo il precetto del Giubileo della misericordia ‘ero straniero e mi avete ospitato’. Ma molto spesso incontriamo ostacoli di natura burocratica”. Oltre alle 4600 persone ospitate nelle diocesi (particolarmente attive in Lombardia, Triveneto e Sicilia), la Chiesa è anche impegnata nell’accoglienza istituzionale: in totale su 110mila richiedenti asilo e rifugiati accolti in Italia (nei Cas, nei Cara e negli Sprar), 22.652 sono ospitati nelle 1.500 strutture ecclesiali presenti in 192 diocesi italiane. (ec)

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