Accoglienza, rifugiati e universitari vivono insieme. E fanno volontariato
PARMA – Rifugiati e universitari sotto lo stesso tetto per un progetto di cittadinanza attiva. L’idea è di permettere a 3 ragazzi italiani e 3 profughi inseriti nei percorsi Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) di Parma di vivere nella stessa casa senza pagare l’affitto. In cambio i 6 inquilini dovranno prestare il loro tempo per svolgere attività di volontariato nel condomino o nel quartiere in cui si trovano. A mettere a punto il progetto di social housing “Tandem” è la onlus Ciac di Parma, Centro immigrazione asilo e cooperazione, che gestisce il servizio Sprar occupandosi di circa 150 rifugiati. Il progetto “Tandem” s’inserisce in uno di questi percorsi d’accoglienza limitato però ai migranti che hanno ottenuto lo status di rifugiato. Scopo dell’iniziativa non è solo quello di dare un’abitazione a chi arriva in Italia fuggendo dalla guerra o dalla povertà alla ricerca di un futuro migliore, ma anche dare la possibilità a chi sceglie di restare di poter intessere relazioni con i coetanei italiani e farsi accettare delle persone del quartiere in cui abita. “Abbiamo deciso di dar vita a questo progetto perché oggi si respira un’aria d’intolleranza preoccupante nei confronti dei migranti – dice Chiara Marchetti, presidente del Ciac – Così ci siamo detti: perché non realizzare qualcosa che metta insieme persone diverse in un percorso di cittadinanza attiva?”.
Il progetto, che partirà dai primi di ottobre, vedrà coinvolti una ventina di ragazzi selezionati dopo una serie di colloqui. A loro verranno date le chiavi di 4 diversi appartamenti sparsi nella città affittati dall’associazione. “Le case si troveranno in quartieri o condomini dove c’è una maggiore presenza di stranieri, di persone anziane e di famiglie in difficoltà – spiega Marchetti –. Questo perché l’intento non è solo favorire l’integrazione ma aiutare anche chi vive da sempre in quelle zone e ha bisogno di una mano”. A organizzare il tipo di volontariato e le diverse attività da svolgere saranno gli stessi inquilini che, dopo un periodo di formazione con gli operatori della Ciac, dovranno essere in grado di dare vita a una serie di iniziative: laboratori teatrali, corsi d’italiano, spettacoli d’intrattenimento per i bambini del quartiere e attività con gli anziani. “Per ora non abbiamo ancora stabilito quante ore di volontariato dovranno fare i ragazzi per “pagarsi l’affitto” – dice la presidente del Ciac – perché stiamo aspettando i risultati di un bando a cui abbiamo partecipato. Una volta che sapremo quanti fondi abbiamo a disposizione partiremo con il progetto”.
- Ciac è una onlus parmigiana che non è nuova a iniziative di questo genere. Da qualche mese ha attivato il progetto “Rifugiati in famiglia” in cui sono i cittadini ad accogliere in casa i migranti. Attualmente sono una ventina le famiglie coinvolte. “Come onlus lavoriamo per riuscire a coinvolgere più persone in questi progetti – conclude Marchetti – perché la situazione è davvero drammatica e credo che tutti dobbiamo fare un piccolo sforzo per dare una mano a risolvere la questione legata all’accoglienza”.
Nella sola provincia di Parma sono 442 i migranti che si trovano nei diversi centri di seconda accoglienza in attesa di ottenere un permesso di soggiorno o di vedersi riconosciuto lo status di rifugiato. Mentre in tutta l’Emilia-Romagna il dato fornito dalla prefettura parla di 4.652 presenze. Persone che dopo essere transitate dall’hub di Bologna, dove gli stranieri sono identificati e vengono sottoposti a uno screening sanitario, sono poi mandate nei diversi centri della regione. (Dino Collazzo)