Accoglienza, Sprar: “I posti per minori stranieri raddoppieranno”
ROMA - Da 3 mila posti a 21 mila in soli cinque anni, ma l'accoglienza nel Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (Sprar) in Italia potrebbe crescere ancora ed avere numeri 13 volte maggiori rispetto a quelli del 2010: si punta a quota 40 mila posti, ma ad oggi del nuovo bando non c'è traccia mentre è imminente il raddoppio dei posti di accoglienza per i minori stranieri non accompagnati. A fare il punto sulla situazione dell'accoglienza nel sistema Sprar è la direttrice centrale Daniela Di Capua. "Più volte il ministero ha dichiarato la volontà, condivisa dal tavolo di coordinamento nazionale, di andare nella direzione di non avere una prevalenza di posti temporanei - spiega Di Capua - ma di Sprar e andare verso una stabilizzazione di un sistema con dei centri collettivi a livello regionale sui 100 posti ciascuno e un trasferimento in tempi brevi in progetti Sprar che dovrebbero avere un numero di posti molto maggiore di quello attuale. Si è parlato di aumentare il numero almeno a 40 mila posti, ma siamo ancora alle dichiarazioni di intenti".
Lo Sprar oggi. I posti attivi sono circa 21 mila e vedono Sicilia e Lazio guidare la classifica con quasi 5 mila posti a testa. Intorno ai 1.800 posti Calabria e Puglia. Segue la Campania con circa mille posti, la Lombardia con poco meno di mille, Piemonte, Emilia Romagna, Toscana e via di seguito tutte le altre regioni. Numeri che sono andati via via crescendo, spiega Di Capua. "Col triennio 2014-2016 eravamo partiti con una graduatoria di 13 mila posti, con una previsione di posti aggiuntivi obbligatori fino a 16 mila - spiega -. Poi è stato un continuo divenire con ulteriori richieste da parte del ministero". Tuttavia, spiega Di Capua, a fornire i posti aggiuntivi in questi anni sono stati "sempre agli stessi comuni e i comuni dopo un po' non possono più aumentare i posti, sebbene siano autorizzati a coinvolgere anche i comuni limitrofi". A cambiare, in questi ultimi cinque anni, anche i tempi di permanenza nei programmi di accoglienza. Si è passati da una media di circa sette mesi a un anno, riducendo così la capacità di accoglienza. Nel 2010, infatti, i posti finanziati erano poco più di 3 mila con quasi 7 mila accolti, nel 2014, invece, il numero di posti disponibili (circa 20 mila) è pari a quello delle persone accolte. "L'allungamento dei tempi di accoglienza è dovuto al fatto che fino al 2012 il 70 per cento delle persone accolte nello Sprar entrava già con uno status e un permesso di soggiorno definitivo - specifica Di Capua - e aveva sei mesi di tempo prorogabili per altri tre o sei mesi per completare il percorso di integrazione. Dal 2013 si è invertita la percentuale e il ministero ci ha chiesto di accogliere sempre più spesso persone appena sbarcate con tempi di attesa per il riconoscimento dello status più lunghi".
Il raddoppio dei posti Sprar. Secondo Di Capua occorre allargare i confini dell'accoglienza Sprar anche ad altri comuni, ma per farlo serve un nuovo bando e l'intenzione di portare a 40 mila i posti complessivi potrebbe andare in questa direzione. Tuttavia, le cose non sono così semplici. Nel 2016, infatti, scadrà l'attuale bando triennale e avviare una gara ad un anno dalla scadenza dell'attuale non sembra convincere Di Capua. "In questo momento c'è un problema organizzativo - spiega -. Diventerebbe un pasticcio fare un nuovo bando che abbia solo un anno di tempo (per ampliare di ulteriori 20 mila posti, ndr) e poi riallinearsi al prossimo bando triennale. Non farli allineati sarebbe una follia, tra la raccolta delle domande, la valutazione e l'attivazione dei nuovi posti. Tuttavia è l'unico modo per allargare la rete a nuovi comuni, perché non possiamo continuare a concentrare l'accoglienza solo su quelli che hanno dei progetti". I tempi per l'attivazione di ulteriori 20 mila posti, infatti, non consentirebbero di averli pronti se non verso la fine del 2015, ma dopo sei mesi circa gli stessi enti locali potrebbero ritrovarsi nuovamente di fronte ad un nuovo bando. "Se per esempio il bando di ampliamento fosse di quattro anni potrebbe riallinearsi a quello triennale e andrebbe benissimo - spiega Di Capua -. Fare un bando che duri solo un anno non ha nessun senso. Abbiamo visto che quando i progetti sono tanti e sono nuovi ci mettono del tempo ad andare a regime. Dover ripartecipare dopo sei mesi ad un nuovo bando è controproducente. A maggior ragione se ci basiamo sulla volontarietà dei comuni. Questa volontarietà bisogna sostenerla con una possibilità di programmazione e di organizzazione sul territorio". Sui possibili costi, invece, nessuna novità. Se dovesse esserci un raddoppio, il costo finale sarebbe esattamente il doppio di quello attuale, dai 250 milioni per 20 mila posti circa si arriverebbe a 500 milioni per 40 mila posti. Da scartare, al momento, l'ipotesi avanzata dal Centro Astalli di ampliare fino a 60 mila posti. "Mi sembra difficile che in tempi rapidi si possa arrivare ad una adesione così alta. In questo momento molta disponibilità dei territori ce la siamo bruciata con l'attivazione coatta".
Raddoppio imminente per l'accoglienza dei minori. Se sull'ampliamento dei posti Sprar non si parla ancora di bando, per l'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati (Msna) sembra essere arrivato il tempo dell'ampliamento. "Fino allo scorso hanno lo Sprar gestiva i Msna richiedenti asilo - spiega Di Capua -, ma da adesso potrà accogliere anche gli stranieri non richiedenti. Quindi è necessario ampliare l'accoglienza per cui è imminente la pubblicazione di un bando Sprar solo per posti per minori non accompagnati, anche non richiedenti. Ora i posti sono mille e sono troppo pochi. Se ne aggiungeranno altri mille circa". Le risorse ci sono, spiega Di Capua, "sulla base dei fondi attualmente disponibili in base alla legge di stabilità, a meno che il ministero non individui altre risorse". Un bando, almeno questo, "realmente imminente", ma anche in questo caso per l'attivazione reale dei posti bisognerà attendere l'autunno.
I segni di Mafia Capitale. Sui nuovi bandi, però, ci saranno alcune novità. Per Di Capua, infatti, sarebbe auspicabile prevedere più controlli. "Mafia capitale ha lasciato il segno - spiega -, anche dal punto di vista dell'immagine. Quando i posti erano pochi, nello Sprar non era stata mai presa in considerazione la responsabilità del ministero o del servizio centrale per verificare i rapporti della convenzione tra ente locale e ente gestore. Formalmente non era indispensabile". Con un possibile ampliamento di 20 mila posti, però, la rete Sprar è di fronte ad un salto di qualità per quanto riguarda i numeri e ad aumentare, spiega Di Capua, sono anche "gli interessi economici e politici". Per questo, conclude, "penso che nel prossimo bando Sprar si troverà il modo di mettere attenzione anche sulla verifica delle procedure. Probabilmente dovremo garantire più trasparenza e chiedere garanzie agli enti locali come previsto dalle norme". (ga)