14 settembre 2015 ore: 21:29
Immigrazione

Accordo Ue su ripartizione dei rifugiati: “Colpo al regolamento di Dublino”

Vertice dei ministri europei dell’Interno, 24 mila richiedenti asilo ora in Italia (e 16 mila in Grecia) saranno ricollocati negli altri paesi membri. Soddisfatto Alfano. Intanto entra in crisi anche l’accordo di Schengen: 7 paesi ripristinano i controlli alle frontiere
Palazzo del Consiglio d'Europa bandiere

BRUXELLES - Accordo trovato sui 40 mila richiedenti asilo da Italia e Grecia, rispettivamente 24 mila e 16 mila. È l'esito dell'incontro dei ministri degli interni dell'Unione europea che ha avuto luogo oggi a Bruxelles. "Si è chiusa la partita sui 40 mila quindi vuol dire che dall'Italia andranno via 24 mila migranti", ha detto il ministro dell'interno italiano, Angelino Alfano all’uscita dal vertice. "Poi c'è un'altra questione sui 120 mila - ha continuato - tutti i Paesi hanno dato la loro disponibilità ed è la conferma che il regolamento di Dublino sui richiedenti asilo è in crisi. Tra la decisione di luglio e quella di oggi, contiamo di poter far andare via dall'Italia 40 mila migranti. E' più di quanto qualunque altro governo abbia fatto prima".

C'è un accordo generale anche sugli altri 120 mila ricollocamenti, "ma non sulle modalità. Questo sarà fatto l'8 ottobre", ha reso noto il ministro tedesco degli Interni, Thomas de Maizière. La riunione straordinaria del Consiglio dei ministri dell'Interno a Bruxelles è stata preceduta da un tentativo di conciliazione guidato dai ministri francese e tedesco, Bernard Cazeneuve e lo stesso de Maizière, che hanno puntato a superare la barriera posta da alcuni Paesi: Ungheria, Slovacchia, Repubblica Ceca, Romania che avevano rifiutato di accettare il piano proposto dalla Commissione europea di re-distribuire altri rifugiati tra gli Stati Membri.

Il risultato del Consiglio "rappresenta un importante messaggio politico", ha affermato la presidenza lussemburghese di turno dell'Ue. "In contemporanea si crea la base legale per iniziare con l'attuazione degli hotspot". La Francia e la Germania hanno spinto per il rafforzamento dei mezzi di Frontex per il controllo della frontiera esterna e il rimpatrio dei migranti economici che non hanno diritto all'asilo.

"Siamo pronti a partire con il primo hotspot condizionandolo al funzionamento del meccanismo dei rimpatri", ha indicato Alfano. "Abbiamo detto con chiarezza che siamo pronti con gli hotspot, ma devono funzionare anche i rimpatri. Da questo punto di vista oggi abbiamo avuto soddisfazione perché c'è un piano di azione europea. Ogni volta che gli hotspot si riempiono bisogna svuotarli e occorre realizzare rimpatri che non possono essere solo una responsabilità nazionale, ma europea, sia dal punto di vista economico perché l'Europa deve mettere i soldi per far partire gli aerei e già li mette, sia dal punto di vista politico".

Secondo Alfano, "deve essere l'Europa a firmare gli accordi con i Paesi africani per la riammissione e per il rimpatrio dei migranti che arrivano illegalmente sul territorio nazionale cioè nel territorio europeo. Da questo punto di vista abbiamo ottenuto una serie di risultati positivi". Le decisioni di oggi secondo Alfano hanno dato un colpo finale al Regolamento di Dublino. "Lo abbiamo messo in crisi ed era un obiettivo strategico. Chiudendo le frontiere non si risolvono i problemi". Arriva anche una critica all'Europa per la sua disattenzione. "Qui dentro hanno dovuto accorgersi che i migranti arrivavano da ovunque, non solo dal Canale di Sicilia e dal Mediterraneo centrale. La sveglia è arrivata anche qui dentro", ha detto Alfano riferendosi al Palazzo del Consiglio dell'Unione europea.

Il Consiglio dei ministri dell'interno europei si è svolto nel giorno in cui l'Ungheria ha terminato il suo muro anti-migranti e da mezzanotte chi entrerà illegalmente nel Paese di Orban sarà passibile di arresto. La sospensione di Schengen e il ripristino temporaneo dei controlli alle frontiere decisi dalla Germania sono stati seguiti da Austria, Slovacchia e Olanda. La Francia si è allineata. "Sono già state date disposizioni", ha reso noto il ministro dell'Interno Cazeneuve, sottolineando che ciò avverrà solo "se si ripeterà una situazione identica a quella di alcune settimane fa". Anche in Belgio probabilmente ci saranno i controlli alle frontiere. In una dichiarazione congiunta, Cazeneuve e de Maizière hanno voluto definire le loro priorità. Hanno sottolineato che non ci può essere una soluzione umanitaria "senza responsabilità". (Giovanni De Paola)

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