15 giugno 2011 ore: 14:52
Immigrazione

Acli: "Domani a Roma veglia di preghiera per le vittime del mare"

Roma - In occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato 2011 Comunita' di Sant'Egidio, Associazione Centro Astalli, Federazione Chiese Evangeliche in Italia, Fondazione Migrantes, Caritas Italiana e Acli, anche quest'anno, organizzano una veglia d...
Xinhua/Contrasto Lampedusa 2011 - Ragazzo inginocchiato

Lampedusa 2011 - Ragazzo inginocchiato

Roma - In occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato 2011 Comunita' di Sant'Egidio, Associazione Centro Astalli, Federazione Chiese Evangeliche in Italia, Fondazione Migrantes, Caritas Italiana e Acli, anche quest'anno, organizzano una veglia di preghiera in memoria delle vittime dei viaggi verso l'Europa a cui partecipano comunita' e associazioni di immigrati, rifugiati e organizzazioni di volontariato, rappresentanti ecumenici e parenti delle vittime.

Dal 1990 almeno 17.597 persone sono morte nel viaggio lungo le frontiere dell'Europa. Il cambiamento degli assetti geopolitici che sta interessando i Paesi del Nord Africa e in particolare il conflitto in Libia, hanno spinto molte persone ad intraprendere le pericolose traversate in mare. In questo contesto sono allarmanti i dati dei primi 5 mesi del 2011: si registrano gia' 1820 morti in tutto il Mediterraneo, di cui 1633 in viaggio verso l'Italia. Il bilancio e', probabilmente, piu' tragico se si pensa a quanti si trovavano a bordo di imbarcazioni delle quali non si e' avuta piu' notizia e che non sono mai riuscite a raggiungere le nostre coste. Due le rotte principali da cui si sono originati i flussi di migranti via mare dall'inizio del 2011: la Tunisia e la Libia. 187 persone sono annegate sulla rotta tunisina, mentre, la rotta libica e' quella che desta maggiore preoccupazione e che ha fatto registrare, nel periodo considerato, la morte in mare di 1633 migranti sub sahariani (dati Fortress Europe).

La condizione di chi proviene dalla Libia in guerra e' di estrema vulnerabilita': minacciati da tutte le parti in conflitto sono costretti ad intraprendere la traversata su imbarcazioni fatiscenti e sovraccariche pur di raggiungere un rifugio sicuro in Europa.

Di fronte a questi dati non si puo' rimanere in silenzio. Si tratta di uomini, donne e bambini in fuga da situazioni di conflitto, di gravi violazioni dei diritti umani e di persecuzioni. In cerca di un luogo sicuro sono, invece, andati incontro alla morte. La preghiera "Morire di Speranza" e' nata pensando a ciascuno di loro. Anche una sola di queste vite perse in mare in un viaggio di dolore e disperazione e' una sconfitta per tutti che non puo' e non deve lasciare indifferenti. Queste morti sono un richiamo alla responsabilita', per guardare alla realta' della migrazione mettendo sempre in primo piano la vita di ognuno e il pieno rispetto dei diritti umani. In occasione di questo evento, le organizzazioni promotrici fanno appello alla comunita' internazionale e alle istituzioni affinche' si proceda all'apertura urgente di canali umanitari e si garantisca il trasferimento delle persone verso luoghi sicuri. Solo uno sforzo congiunto in questo senso puo' permettere alle persone in fuga di non rischiare la propria vita in mare.

(DIRE)
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