Addio a Carla Astolfi, storica Befana della solidarietà della Casa dei risvegli
BOLOGNA – “Una grande attrice, una grande personalità del teatro dialettale bolognese, un pezzo della cultura di questa città che oggi la riconosce figlia e ambasciatrice”: Fulvio De Nigris, fondatore della Casa dei risvegli e direttore del Centro studi per la ricerca sul coma di Bologna, ricorda così Carla Astolfi, scomparsa ieri all’età di 85 anni, circondata dall’affetto dei suoi familiari. “Carla si avvicinò alla Casa dei risvegli nel 2000 – continua De Nigris –. Subito scoccò una scintilla di passione e solidarietà, che ben presto divenne amicizia”. Donna generosa e instancabile, per oltre 15 anni ha vestito i panni della Befana in occasione del tradizionale appuntamento il giorno dell’Epifania quando, in carrozza, attraversava tutta Bologna per la gioia dei più piccoli. “Si immedesimava con il personaggio, era empatica con bambini e adulti. Si lamentava sempre dei copioni troppo lunghi: poteva contare su una geniale improvvisazione. Rimangono quei pezzi di vita vissuti insieme, fatti di camminate in carrozza, pranzi e chiacchierate, vere e proprie lezioni di vita”. De Nigris ricorda “la sua saggezza condita da battute, aneddoti che sono rimasti immutati anche negli ultimi anni quando l’andavo a trovare. Abbiamo scherzato fino all’ultimo”.
Nata l’11 settembre 1981, Carla Astolfi si accostò al mondo del teatro a soli 6 anni grazie al padre, (“attore professionista per hobby”, amava ripetere). Gli inizi nella compagnia di Angelo Gandoli, poi con la Cavallari/Astolfi. Dopo il ritiro del padre e lo scioglimento della compagnia, l’approdo – e il debutto in una parte principale – nella squadra di Bruno Lanzarini. Tante le esperienze tra Bologna, Modena, Ferrara, le rassegne dialettali, i film diretta da Pupi Avati, Riccardo Marchesini e Silvio Soldini, le pubblicità per una nota marca di supermercati che lei ha saputo trasformare in tormentoni. Tra i riconoscimenti, il Carlino d’oro “per la sua lunga attività, per la rappresentanza della cultura dialettale della città, per la sua generosità verso un grande progetto quale la Casa dei Risvegli Luca De Nigris” e, lo scorso febbraio, la Turrita d’argento “per la lunga carriera artistica, il contributo dato alla valorizzazione del patrimonio dialettale, la generosa partecipazione a tante iniziative di solidarietà, espressione delle migliori virtù di Bologna”, disse il sindaco Virginio Merola in quell’occasione, e aggiunse: “Carla è la terza torre di Bologna”. Problemi di salute negli ultimi anni l’hanno vista domiciliata alla Casa di riposo S. Anna accudita dai suoi familiari e con l’affetto dei numerosi amici che la andavano continuamente a trovare, non avendo perso la sua arguzia e voglia di vivere. (Ambra Notari)