Adwa (Etiopia): nella terra del dolore, restituito il sorriso a ben 52 bambini
Poche ore di aereo dall’Italia, siamo in Etiopia: qui, dal 15 al 23 giugno scorso, ha avuto inizio, ed è stata portata brillantemente a termine, una missione medica ed umanitaria a dir poco incredibile. Le competenze, l’immensa carica umana e il cuore che batte forte, dei volontari di Emergenza Sorrisi, hanno ancora una volta fatto la differenza.
L’associazione dal lontano 2007 è presente in 27 paesi del mondo, che con i suoi 600 professionisti sanitari tra medici e infermieri, fin qui, “nella sua storia”, ha portato a termine circa 6 mila interventi su bambini di “paesi difficili”, per la prima volta ha “messo piede” in uno dei paesi più grandi del continente africano.
L’organizzazione di Emergenza Sorrisi è stata contattata nel febbraio di quest’anno dall’Associazione Padovana Operatori Sanitari (Aspos) e dai vertici dell’ospedale Kidane Mehret di Adwa, nel martoriato Tigray, gestito dall’impegno instancabile e dall’infinita umanità delle suore salesiane, allo scopo di portare cure mediche specialistiche a bambine e bambini con gravi malformazioni.
L’ospedale Kidane Mehret, supportato più volte nella sua evoluzione, anche dal Governo italiano, e che prende nome proprio dalla Missione salesiana nata nel lontano 1993, è situato su un appezzamento adiacente proprio all’attività delle religiose, messo a disposizione dall’amministrazione comunale di Adwa. E proprio la città di Adwa è stata al centro di un conflitto tra il governo federale etiopico e il Fronte popolare di liberazione del Tigray (Tplf) tra il novembre 2020 e il novembre 2022, una delle tante guerre dimenticate dai media, ma che ha coinvolto 6 milioni di persone, spegnendo migliaia di vite innocenti.
Suor Laura Girotto, coraggiosa e combattiva missionaria con esperienze in Egitto, Siria, Libano, Zaire, e come detto dal 1993 ad Adwa, assieme alle consorelle, ha costruito quel miracolo che è la missione Kidane Mehret, nata dal nulla, come un fiore nel deserto, su un terreno brullo, devastato dalla guerra.
La guerra - ce lo racconta la testimonianza diretta di Suor Laura - oggi ha lasciato cicatrici invisibili: la strada della risalita è impervia, è come un percorso intriso di rovi e di spine.
“In Etiopia c’è bisogno di tutto, c’è bisogno soprattutto di ripartire da zero, c’è bisogno in particolar modo di fondi continui per strumenti e attrezzature sanitarie all’avanguardia, nonostante l’ospedale di Adwa sia davvero una perla rara in una nazione che, probabilmente, come ha dichiarato ai nostri taccuini Suor Laura, vive una realtà ancor peggiore di quando il conflitto era in atto – afferma l’associazione Emergenza Sorrisi -. E questo nonostante i graduali passi in avanti nella sanità, non ancora accessibile a tutti, ma certamente cresciuta notevolmente in questi anni, grazie anche all’impegno dei Paesi economicamente più forti, con le cooperazioni internazionali da una parte, e le risorse portate in dote dalle associazioni umanitarie dall’altra, che fanno della solidarietà internazionale lo strumento numero uno per permettere all’Etiopia di provare a sopravvivere. La situazione umanitaria della Regione del Tigray continua a vivere il dramma di una grave e profonda crisi. Le strutture sanitarie sono state profondamente danneggiate durante il conflitto, con molti ospedali e cliniche rasi al suolo o incapaci di operare. Nonostante alcuni sforzi di ricostruzione, molte aree del Tigray sono ancora prive di accesso a cure mediche essenziali”.
L’ospedale Kidane Mehret è rimasto, come detto, l’unico nel raggio di centinaia di chilometri in grado di poter offrire assistenza.
La missione di Emergenza Sorrisi è cominciata proprio da Adwa, accanto al lavoro instancabile delle suore salesiane, dove l'erogazione di energia elettrica, merce rara nel Paese, e da sempre complessa per le avverse condizioni climatiche, permette oggi di tenere accese le incubatrici per i neonati bisognosi di terapia intensiva neonatale.
L’ennesimo piccolo miracolo, dove competenze mediche e solidarietà, unite come non mai, hanno contributo a riaccendere la luce e ridonare, non è un gioco di parole ma una realtà, il sorriso sopito ad oltre 50 bambini.