21 settembre 2018 ore: 11:57
Famiglia

Affido condiviso, Casa delle donne: “Pericoloso, un balzo indietro di decenni”

Sul disegno di legge Pillon interviene Cinzia Verucci, avvocato che collabora con la ‘Casa delle donne per non subire violenza’ di Bologna. “La proposta sembra ignorare l'esistenza della violenza nei legami familiari, oltre che lo squilibrio di potere e accesso a risorse economiche dei coniugi”
Affido condiviso, bambino e genitori

. BOLOGNA – Maschilista e culturalmente arretrato. È il punto di vista delle avvocate della “Casa delle donne per non subire violenza” di Bologna rispetto al disegno di legge Pillon sull'affido condiviso in discussione in Senato. “Questa proposta stravolge il diritto di famiglia in Italia, che è tra i più evoluti d'Europa – afferma l'avvocato Cinzia Verucci – e ci farebbe fare un balzo indietro di decenni, abolendo tutte insieme tante conquiste delle donne”.

In particolare, Verucci sottolinea la “pericolosità” del disegno di legge rispetto alle donne in situazione di difficoltà e ai loro figli, come ad esempio le donne in una relazione violenta. “Sembra che ignori l'esistenza della violenza nei legami familiari – spiega –. Cosa che, in una separazione è un argomento che può fare la differenza”. Non solo. “Sembra anche ignorare lo squilibrio di potere e di accesso alle risorse economiche tra i coniugi e sembra dare per scontate disponibilità economiche che le donne non hanno, non tutte lavorano anche in una regione socialmente avanzata come l'Emilia-Romagna e tra quelle che sono occupate molte fanno il part time per conciliare carriera e figli – aggiunge -. Azzerare tutto nel momento della separazione (il disegno di legge punta a superare l'assegno di mantenimento per figli a favore del mantenimento diretto, ndr) non tiene conto di come sono strutturate le famiglie italiane”. 

Nelle situazioni in cui c'è violenza, il rischio è quello di “intrappolare le donne in una relazione violenta” perché “nessuna avrà mai il coraggio di separarsi e denunciare, passo già difficile da compiere adesso”. Il disegno di legge punta alla shared custody (il tempo paritario di affidamento dei figli ai genitori) e a sostituire l'assegno di mantenimento per i figli con il mantenimento diretto da parte di entrambi i genitori nel periodo in cui hanno il figlio con sé. Inoltre, non sarebbe più prevista l'assegnazione della casa familiare. “Queste proposte colpiscono le donne più deboli, quelle con minori opportunità e minori risorse economiche che senza casa e assegno rischiano anche di non vedersi affidare i figli, che andrebbero al padre violento – continua Verucci –. Adesso almeno possiamo provare a convincerle a denunciare dicendo loro che potrebbero vedersi assegnare la casa e un mantenimento per i figli e ricostruirsi pian piano la vita. Ma in questo modo come potremmo aiutarle?” 

Il disegno di legge prevede inoltre l'obbligatorietà della mediazione familiare nelle fasi iniziali della separazione. “Ma se non andiamo davanti a un giudice come facciamo a dimostrare la violenza? A chi diamo il potere di capire se c'è o no violenza? - domanda Verucci –. Non dimentichiamo poi che, nelle separazioni in cui c'è violenza, bisogna essere veloci per poter tutelare le donne, mentre questa proposta farebbe perdere tempo rendendo obbligatoria la mediazione familiare”. L'avvocato ricorda inoltre che la Convenzione di Istanbul (che l'Italia ha sottoscritto) vieta il ricorso alla mediazione familiare in caso di violenza. “Il rischio è quello di non riuscire a tutelare le donne vittime di violenza perché se la tutela legale è questa, chi è che mette a rischio la propria vita?” (lp)

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