5 ottobre 2018 ore: 14:50
Famiglia

Affido condiviso, fissate le audizioni: la maggioranza cerca un accordo

In Commissione Giustizia al Senato al via il prossimo 23 ottobre le audizioni sul ddl Pillon che riforma le norme sull’affido in caso di separazione dei genitori. Per le opposizioni è da ritirare, ma il futuro del provvedimento è in mano solo al Movimento 5 Stelle, che con l'alleato di governo lavora ad un testo condiviso
Bambini disabili in adozione

ROMA – Partiranno il prossimo 23 ottobre, in Commissione Giustizia al Senato, le audizioni sul ddl 735 proposto dal senatore della Lega Simone Pillon che mira a cambiare le regole attuali sull’affido dei figli nei casi di separazione dei genitori. Un testo che dovrebbe attuare la parte del “contratto di governo” Lega – M5S dedicata a questo tema ma che ha sollevato reazioni critiche anche all’interno della maggioranza di governo.

Saranno oltre un centinaio le organizzazioni, le realtà o i singoli chiamati a dare il proprio contributo nel corso delle audizioni: ci saranno pareri legali, giuridici, sociologici, psicologici e accademici. Saranno ascoltate le associazioni delle madri e dei padri separati così come magistrati, avvocati, attivisti e varie altre realtà che già in queste settimane, peraltro, hanno preso posizione a favore o contro il disegno di legge.

Tralasciando gli aspetti di merito del testo, sull’interpretazione dei quali è aperta battaglia (al riguardo il primo firmatario Pillon se la prende con le “ricostruzioni ideologiche” e le “descrizioni parziali o sbagliate che circolano del testo”), il dato saliente dal punto di vista politico è che l’ago della bilancia del provvedimento resta il Movimento Cinque Stelle, all’interno del quale il ddl Pillon ha causato più di un mal di pancia. Dopo la frenata iniziale del capogruppo a Palazzo Madama Stefano Patuanelli, qualche giorno fa anche la deputata Maria Edera Spadoni, vice presidente della Camera, non ha fatto mistero del fatto che il ddl Pillon ha avviato un confronto serrato fra i due alleati di governo. “Io – ha detto al Fatto Quotidiano - sono favorevole all’affido condiviso, che è previsto anche dal contratto di governo. Ma questo ddl è da modificare, perché ci sono criticità”.

Dall’opposizione (soprattutto dal Pd) si è subito sollevata la richiesta al Movimento 5 Stelle ad unirsi alla richiesta inviata alla Lega di ritirare immediatamente un ddl giudicato come “inemendabile”, perché “oscurantista e pericoloso sul terreno dei diritti”. Un appello caduto nel vuoto, e che là rimarrà, perché i Cinque Stelle hanno preso l’impegno a giungere, insieme ai leghisti, alla redazione di un testo condiviso che trovi l’appoggio di tutta la maggioranza. Dal punto di vista operativo, l’occasione è fornita all’asse di governo dai regolamenti parlamentari che - in caso di presentazione di più disegni di legge avanti il medesimo argomento (e sull’affido condiviso all’ordine del giorno della Commissione Giustizia ce ne sono 4) - prevedono la redazione di un testo unificato. “Faremo tutto – dice Pillon - con l'obiettivo di migliorare ancor più la norma secondo quanto già previsto dal Contratto e dai programmi elettorali di entrambe le forze di governo (sul punto i rispettivi impegni elettorali sono molto avanzati e ricchi di dettagli che dobbiamo attuare). Quanto promesso, noi lo realizzeremo”. Resta da vedere – e la cosa sarà decisiva per il futuro - dove cadrà il punto di compromesso fra le due forze di maggioranza. 

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