Affido condiviso, “il disegno di legge Pillon non rispetta i diritti dei minori”
BOLOGNA - “Il disegno di legge Pillon va ritirato, non è emendabile. La sua finalità non è quella dichiarata di promuovere e tutelare il diritto alla bigenitorialità riconosciuto dal nostro ordinamento e di cui sono titolari i figli e non gli adulti”. A parlare è Maria Teresa Semeraro, avvocata bolognese che si occupa di diritto di famiglia a cui abbiamo chiesto un commento sul disegno di legge Pillon sull'affido condiviso in discussione al Senato. “Questo disegno di legge è espressione di una cultura maschilista, non condivisa da molti uomini e padri, che mistifica umiliandola la relazione della madre con i figli, contrapponendola in modo conflittuale con la relazione con il padre – aggiunge Semeraro – In sostanza, il ddl va in una direzione che comprime l'esercizio della cogenitorialità nella sua diversa declinazione, materna e paterna”.
Tra le previsioni del disegno di legge ci sono la shared custody ovvero il tempo paritario di affido dei figli a entrambi i genitori e la sostituzione dell'assegno di mantenimento con il mantenimento diretto da parte di entrambi i genitori nel periodo in cui hanno i figli con sé. “Le norme sul mantenimento diretto inserite nel disegno di legge Pillon violano il diritto dei figli ad avere lo stesso tenore di vita di cui avrebbero goduto se i genitori non si fossero separati e penalizza il genitore più povero che, nella maggior parte, è la madre”, dice Semeraro che sottolinea in particolare la disparità economica tra uomini e donne. “Le donne che lavorano sono molte meno rispetto agli uomini, vengono pagate meno e scelgono lavori part-time per conciliarli con la cura della casa, dei figli o anche degli anziani – aggiunge Semeraro – Per questo il principio del mantenimento diretto punisce la donna che è non economicamente autosufficiente nel momento in cui decide di cessare la convivenza coniugale, costringendola a non separarsi, anche in caso di relazione violenta”.
Altro punto controverso previsto dal disegno di legge Pillon è l'assegnazione della casa familiare, non più prevista in caso di separazione dato che, con la shared custody, non ci sarebbe più un genitore collocatario. “Solo chi non rispetta la vita nel suo scorrere reale può scrivere norme a presunta tutela della bigenitorialità come quelle contenute nel disegno di legge Pillon – dice l'avvocata – basta chiudere gli occhi e pensare a bambini e adolescenti costretti a vivere per metà settimana in una casa e per l'altra metà in un'altra, magari in un quartiere o in una città diversi, per capire che questa proposta è frutto di un'operazione ideologica ed è comunque inapplicabile perché non rispetta i diritti dei minori. Nessun bambino o adolescente vorrebbe avere due case ma vorrebbe due genitori sensati che si facciano portatori di una cultura della cura, ignorata dal senatore Pillon e dai suoi sostenitori”. (lp)