Affido per gli anziani: aiuto e piccole case famiglia come alternativa agli istituti
VENEZIA - Affido per le persone anziane o adulti in condizioni di disagio: è la sperimentazione, tutta veneta, prevista dal progetto “Anziani a casa propria” che prevede l’introduzione di una persona di fiducia che garantisca assistenza domiciliare. La sperimentazione – che conta su un finanziamento di 600 mila euro – durerà un anno e coinvolge direttamente i soggetti del terzo settore, attivi in Veneto da almeno due anni, che potranno presentare alla regione progetti di affido. Tre le formule previste: piccolo affido, che consiste in un aiuto per le incombenze della vita quotidiana; affido di supporto, limitato alla cura della persona; affido in convivenza. I progetti dovranno inoltre prevedere il partenariato di associazioni di volontariato, per garantire attività di inclusione sociale. Gli affidatari non dovranno poi avere vincoli di parentela con gli affidati e si dovranno impegnare a coinvolgere la persona presa in affido in attività culturali, ricreative e sociali.
“Questo progetto aggiunge un altro tassello ad altre forme di assistenza permettendo di valorizzare le reti di volontariato e la progettualità del terzo settore, ma prima di tutto di assicurare una buona qualità di vita e di assistenza alle persone che vivono sole – spiega l’assessore veneto alle Politiche sociali Manuela Lanzarin -. Nel territorio sono già nate spontaneamente esperienze di affido o di micro case-famiglia che offrono una risposta alternativa agli istituti, ai centri diurni o ai moduli temporanei di accoglienza. Sono esperienze interessanti e innovative, che vanno però monitorate con attenzione e regolamentate con lungimiranza”.
All’avvio dell’affido sarà stilato un vero e proprio impegno scritto tra le parti ed è prevista una fase di formazione iniziale per l’affidatario. Inoltre l’associazione o l’ente del terzo settore che assume la responsabilità del progetto dovrà garantire un sistema di tutoraggio e vigilanza del servizio.
“Il ‘contratto’ di affido potrà prevedere anche un contributo economico, equivalente a un rimborso spese, in funzione del tipo di affido – conclude l’assessore –. Lo abbiamo previsto come corrispettivo di una relazione di reciprocità, che dà valore e riconoscimento alla disponibilità e alla progettualità delle associazioni di volontariato e, nel contempo, impegna la persona affidata ad apprezzare il servizio di aiuto e sostegno alla propria autonomia e indipendenza”.