3 ottobre 2014 ore: 16:12
Giustizia

Agenzia beni confiscati, Postiglione: "Lavoriamo con personale ridotto quasi a zero"

A quattro mesi dalla nomina, il nuovo direttore dell'Agenzia fa il punto sullo stato di salute dell'ente, ancora in attesa del nuovo consiglio direttivo. "Per dipendenti nessun incentivo, né possibilità di carriera"
Locale confiscato alla mafia con scritta su serranda

ROMA - È l’immagine dello Stato che sconfigge il potere economico delle mafie, ma ha un personale ridotto all’osso, senza incentivi o opportunità di carriera, nessuna possibilità di fare concorsi e un patrimonio da gestire che a gennaio 2013 contava circa 13 mila beni, tra immobili e aziende. È l’Agenzia nazionale per i beni sequestrati e confiscati alle mafie che, dopo essere rimasta senza direttore per qualche mese, ha ripreso a funzionare col nuovo direttore, il prefetto Umberto Postiglione, nominato a metà giugno, ma ancora in attesa del consiglio direttivo, necessario per la destinazione dei beni, la cui nomina spetta al governo. A raccontare a Redattore sociale le sfide e le difficoltà che dovrà affrontare l’Agenzia nei prossimi mesi, il prefetto Postiglione, a circa quattro mesi dalla nomina.

Articolata in cinque sedi, quella principale a Reggio Calabria e altre quattro tra Palermo, Napoli, Roma e Milano, ad oggi l’agenzia ha un'ottantina di persone impiegate con varie mansioni. Ma da una delle ultime interviste rilasciate dal prefetto Giuseppe Caruso in veste di direttore dell’Agenzia, prima di andare in pensione, ad oggi non sembra sia cambiato nulla. Dopo lo stallo di alcuni mesi, da marzo a giugno, in cui l’agenzia è rimasta sfornita sia di direttore che di consiglio direttivo, il governo ha affidato al prefetto Postiglione il compito di rimettere in moto l’agenzia. Ma dopo alcuni mesi di “lavoro pressante”, le prime impressioni sembrano rimarcare quanto denunciato dall’ex direttore Caruso. “Lavoriamo con un personale ridotto quasi a zero - spiega Postiglione -. A Milano ho tre persone, a Napoli sono circa 13 a seconda delle maternità e a Palermo, dove insistono tra il 35 e il 40 per cento dei beni confiscati, la responsabile è in difficoltà perché una delle sue collaboratrici sta diventando mamma. Possiamo affrontare così una vicenda sulla quale lo Stato si gioca la sua credibilità?”

Secondo Postiglione, le nomine del Consiglio direttivo dell’agenzia potrebbero essere in dirittura d’arrivo. “Sembra che ormai siamo agli sgoccioli – spiega Postiglione -, perché sono state completate tutte le procedure sui candidati e mi auguro che al più presto possa essere definita la composizione del Consiglio direttivo così potrò convocarlo e proporre un ampio ventaglio di beni da destinare”. Attualmente sono oltre mille i beni già pronti per essere destinati. Al suo arrivo, Postiglione ne aveva trovati già 600 in attesa di un direttore e del consiglio direttivo. Il nuovo direttore, però, in attesa delle nomine non è rimasto a guardare. “Ho dovuto comunque procedere su alcune cose importanti – spiega Postiglione - e lo farò ancora adottando provvedimenti di assegnazione. Niente di azzardato, si tratta di cose da vistare da parte del consiglio direttivo”. Tra gli interventi, oltre alla confisca dei beni per un valore di 700 milioni a Giuseppe Grigoli, imprenditore siciliano ritenuto prestanome di Matteo Messina Denaro, anche alcuni che riguarderanno Palermo. “Risolveremo i grossi problemi che affliggono il Tribunale per gli archivi, la Procura, il Tribunale dei minori e gli Archivi notarili - spiega Postiglione -. Con i beni confiscati che a Palermo sono in quantità notevole, questo problema lo risolviamo. Farò l’assegnazione, salvo ratifica del consiglio direttivo, ma penso che nessuno avrà niente da ridire”.

Mentre si attende la nomina del consiglio, quello del personale dell’agenzia, è uno dei nodi da sciogliere. “Chi viene da noi non ha né incentivi, né prospettive di carriera – spiega Postiglione -. Questo è un fatto che orienta a chiedere di passare all’agenzia soltanto coloro che hanno desiderio di spostarsi e tornare verso casa. Noi al momento non possiamo fare concorsi, ma dobbiamo usufruire di personale già in servizio che manifesti l’intenzione di venire in comando presso l’agenzia”. Carenze di personale a cui il prefetto sta cercando di dare una risposta, pubblicando un bando sul sito dell’agenzia rivolto ai dipendenti della pubblica amministrazione. “Il bando scadrà il 4 novembre prossimo. Cerchiamo dipendenti pubblici che non siano dirigenti, perché la legge ha limitato a tre in pianta organica e due comandati i dirigenti che possiamo avere – aggiunge Postiglione -, una cosa abbastanza singolare vista la vastità del problema e visti i contenuti della nostra attività sotto il profilo economico finanziario, sotto quello della complessità delle vicende, sotto il profilo dei valori che ci sono in gioco, ma anche per l’immagine dello Stato”.

All’agenzia servono avvocati e tecnici, spiega Postiglione. “Dall’esperienza fatta in questi tre mesi,  abbiamo bisogno di qualcuno che abbia superato l’esame d’avvocato, anche se non fa l’avvocato nella pubblica amministrazione – aggiunge -. Abbiamo bisogno anche di tecnici, qualcuno con una laurea in ingegneria edile perché abbiamo la necessità di confrontarci con situazioni che richiedono valutazioni di interventi. Riceviamo in eredità dei patrimoni che per molti anni sono lì e possono manifestare qualche problema di sicurezza. Qualche tecnico che è in grado di seguire le vicende degli immobili potrebbe essere certamente utile”. Le tante difficoltà, però, non hanno scoraggiato il prefetto Postiglione che assicura che per il governo il tema “non è di second’ordine”.(ga) 

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