Agricoltura sociale, Osservatorio al lavoro per definire il decreto
ROMA – E' operativo da circa un mese l'Osservatorio nazionale dell'Agricoltura sociale: istituto dalla legge quadro n. 141/2015, approvata un anno e mezzo fa, ha il compito di fornire al ministero delle Politiche agricole indicazioni e suggerimenti per l'emanazione del decreto applicativo previsto dalla normativa, definendo requisiti e modalità di svolgimento delle attività del settore. Nelle prossime riunioni, dunque, l'Osservatorio sarà impegnato sopratutto nell'elaborazione dei contenuti del decreto.
“E’ molto importante che, nella definizione dei requisiti per lo svolgimento delle attività di agricoltura sociale, si pongano le condizioni per consolidare modelli organizzativi replicabili, capaci di valorizzare le esperienze virtuose e pionieristiche degli anni passati e promuovere la diffusione di nuove iniziative – osserva AiCare, l'Agenzia italiana per la Campagna e l'Agricoltura responsabile ed etica - Il cuore dell’agricoltura sociale devono essere le attività svolte dagli imprenditori agricoli e dalle cooperative, in un quadro di collaborazione con le organizzazioni del terzo settore (associazioni di volontariato, cooperative e imprese sociali) e con le istituzioni dell’assistenza sociale pubblica, guardando anche al sostegno e alla solidarietà dei consumatori. La fase applicativa della legge, che si aprirà prossimamente – afferma ancora AiCare - deve puntare allo sviluppo, in agricoltura, di valori sociali, ambientali ed etici, sostenuto da concreti risultati produttivi (e quindi economici) solidi e duraturi. L’agricoltura sociale italiana – conclude l'agenzia – per quanto giovane, e disciplinata solo in alcune Regioni, si è guadagnata, negli ultimi anni, crescente attenzione a livello internazionale proprio per la ricchezza di modelli di successo che è stata capace di proporre. Al ministero delle Politiche agricole, e all’Osservatorio che ne supporta l’azione, spetta il compito di attivare nuove energie imprenditoriali e fruttuose sinergie, per diffondere nei territori un’agricoltura sempre più promotrice di coscienza civica”.