Aids. Il paradosso secondo la Fict: “Lo stigma che esclude e la sottovalutazione che espone”
“Il 1° dicembre, Giornata internazionale di sensibilizzazione per l’Hiv e l’Aids, vogliamo porre l’attenzione su un tema ancora attuale: lo stigma verso chi convive con il virus”. E’ il presidente della Federazione italiana delle comunità terapeutiche (Fict), Luciano Squillaci, a enunciare l’intenzione del suo intervento in occasione proprio della Giornata di sensibilizzazione per l’Hiv e l’Aids. Per Squillaci, “nonostante i progressi della medicina e le terapie antiretrovirali che permettono, oggi, di condurre una vita ‘normale’, disinformazione e pregiudizi persistono. Il paradosso dell’Aids è questo: da un lato, lo stigma esclude dal mondo del lavoro e dalla vita sociale; dall’altro, tra i giovani si sottovaluta il problema, minimizzando i rischi e l’esistenza stessa dell’Aids”.
Per chi vive con l’Hiv, il diritto alla cura e all’accesso a strutture vanno oltre il trattamento medico. Le case alloggio della Fict sono una risorsa fondamentale. “Non sono solo luoghi di assistenza - spiega Squillaci -, ma uno spazio dove si ricostruisce una vita dignitosa e si alimenta la speranza. Abitare una casa significa ‘abitare la speranza’ di ricostruire la propria vita, nonostante le ferite. Questi ambienti sono un terreno fertile dove le relazioni autentiche, il supporto psicologico e la solidarietà permettono di affrontare la malattia con consapevolezza”.
Tuttavia, l’approccio culturale e sociale tenda ancora ad etichettare le persone, alimentando paura, discriminazione. “Pensare che l’Hiv non ci riguardi - aggiunge Squillaci -, non solo alimenta lo stigma, ma ostacola la costruzione di una cultura inclusiva”.
I dati dell’Osservatorio Fict evidenziano l’urgenza di intervenire: “Negli ultimi quattro anni, nelle nostre case di accoglienza dedicate alle persone affette da Hiv e Aids, il numero dei casi legati alla trasmissione sessuale è triplicato - dichiara Squillaci -. Questo aumento preoccupante richiede azioni concrete, soprattutto nelle scuole, con una corretta educazione alla sessualità e all’affettività. La paura nasce sempre dall’ignoranza: solo l’informazione può abbattere i pregiudizi”.
“Ogni intervento sociale o sanitario – conclude il presidente Fict -, è parte di un processo più ampio di costruzione di comunità. Abbattere lo stigma rende la società più inclusiva e consapevole”.