1 dicembre 2016 ore: 15:21
Salute

Aids, ministero: "5,7 nuovi casi per 100 mila abitanti nel 2015"

Nel 2015, sono state riportate 3.444 nuove diagnosi di infezione da Hiv pari a 5,7 nuovi casi per 100 mila residenti. L'incidenza delle nuove diagnosi di infezione era alta nella seconda metà degli anni '80
Aids 2015. Mani con fiocchetto rosso - SITO NUOVO

Nel 2015, sono state riportate 3.444 nuove diagnosi di infezione da Hiv pari a 5,7 nuovi casi per 100mila residenti. L'incidenza delle nuove diagnosi di infezione (calcolata in base ai dati inviati dalle regioni segnalanti) era alta nella seconda meta' degli anni '80, raggiungendo un picco massimo di 26,8 nuovi casi per 100mila residenti nel 1987. Successivamente e' diminuita fino al 2006. Dal 2010 l'incidenza e' in costante lieve diminuzione, sia negli uomini che nelle donne. Sono questi tra i dati illustrati oggi durante la presentazione del piano per il contrasto e la prevenzione del virus Hiv, al ministero della Salute dal ministro Beatrice Lorenzin, in occasione della Giornata mondiale contro l'Aids.

Nel periodo 2009-2015 sono state segnalate 27.143 nuove diagnosi di infezione da Hiv, relative agli anni ed alle regioni che raccoglievano queste segnalazioni. Dal 2010 al 2015 sono state indicate, entro giugno 2016, rispettivamente 4.051, 3.924, 4.183, 3.845, 3.850 e 3.444 nuove diagnosi di infezione da Hiv. Secondo i dati, la diminuzione delle nuove diagnosi di infezione da Hiv nell'ultimo anno potrebbe essere in parte dovuta al ritardo di notifica, per il 2015, e' stato stimato che ai casi finora pervenuti al Coa manca ancora un 7,9% di segnalazioni.

Questa incidenza pari a 5,7 nuovi casi per 100mila residenti, pone l'Italia al tredicesimo posto tra le nazioni dell'Unione Europea. Negli anni si osserva un aumento dell'eta' mediana alla diagnosi, nonche' un cambiamento delle modalita' di trasmissione: diminuisce la proporzione di consumatori di sostanze per via iniettiva, ma aumenta la proporzione dei casi attribuibili a trasmissione sessuale. La maggioranza delle nuove diagnosi di infezione da Hiv era attribuibile a rapporti sessuali non protetti, che costituivano l'85,5% di tutte le segnalazioni.

Il 28,8% delle persone diagnosticate come Hiv positive era di nazionalita' straniera. Tra gli stranieri, la quota maggiore di casi era costituita da eterosessuali femmine (36,9%), mentre tra gli italiani da msm (48,1%).

Nel 2015, il 32,4% delle persone con una nuova diagnosi di infezione da Hiv aveva eseguito il test per la presenza di sintomi Hiv-correlati, il 27,6% in seguito a un comportamento a rischio non specificato e il 13,2% nel corso di accertamenti per un'altra patologia.

Nel 2015 sono stati diagnosticati 789 nuovi casi di affezione pari a un'incidenza di 1,4 nuovi casi per 100mila residenti. L'incidenza di Aids e' in lieve costante diminuzione negli ultimi tre anni. È diminuita nel tempo la proporzione di persone che alla diagnosi di Aids presentava un'infezione fungina, mentre e' aumentata la quota di pazienti con un'infezione virale o un tumore.

Sempre nel 2015, poco meno di un quarto delle persone diagnosticate con Aids aveva eseguito una terapia antiretrovirale prima della diagnosi. Il fattore principale che determina la probabilita' di avere effettuato una terapia antiretrovirale prima della diagnosi di Aids e' la consapevolezza della propria sieropositivita': nell'ultimo decennio e' aumentata la proporzione delle persone con nuova diagnosi di Aids che ignorava la propria sieropositivita' e ha scoperto di essere Hiv positiva nei pochi mesi precedenti la diagnosi di Aids, passando dal 20,5% del 2006 al 74,5% del 2015. (DIRE)

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