La manifestazione ideata dalla Life Communication torna dopo 3 anni a Soverato con l’obiettivo di essere “un grande momento di integrazione e condivisione" tra le diverse realtà. Appuntamento il 29 luglio
L'immagine simbolo del Festival del sociale di Soverato
L'immagine simbolo del Festival del sociale di Soverato |
|
CATANZARO - E’ in programma per la sera del 29 luglio a Soverato il Festival del sociale, ideato dalla Life Communication, e che vedrà protagonisti anche medici ed amministratori dell’azienda sanitaria provinciale catanzarese. La manifestazione ritorna dopo tre anni di assenza con l’obiettivo di essere “un grande momento di integrazione e condivisione tra i mondi della sanità, del volontariato e della disabilità per volare insieme più in alto di ogni limite”. Il teatro comunale soveratese ospiterà, dunque, “una serata da trascorrere insieme all’insegna dell’aggregazione e di diversi momenti di spettacolo”. Domenico Gareri, responsabile di Life Communication, spiega che “in questa edizione sarà il mondo della sanità a diventare ‘ambasciatore del sociale’. Oggi più che mai – sottolinea Gareri – è importante sensibilizzare la cittadinanza sul fatto che la salute non è legata solo all’uso dei farmaci, ma anche all’adozione di un corretto stile di vita. Per questo motivo, il Festival diventa uno strumento di comunicazione per promuovere i servizi territoriali di quella sanità positiva di cui purtroppo non si parla quasi mai. In questa ottica, le fasce deboli possono ergersi ad esempio positivo dimostrando come, mettendo in luce le proprie diverse abilità, è possibile far emergere il meglio di se”. Il Festival sarà realizzato grazie alla collaborazione del comune di Soverato e al patrocinio dell’azienda sanitaria di Catanzaro; a collaborare anche il dipartimento della Salute dell’Università Magna Graecia di Catanzaro.
Durante la serata sarà consegnato il Premio Festival del sociale, realizzato da Michele Affidato, e assegnato da una giuria qualificata presieduta da mons Vincenzo Bertolone, arcivescovo di Catanzaro-Squillace e presidente della Conferenza episcopale calabra. L’iniziativa offrirà l’occasione alle associazioni di volontariato e all’azienda sanitaria di gettare le basi per una collaborazione sinergica al fine di far comprendere meglio i bisogni degli utenti e a programmare in maniera efficiente gli investimenti in campo sanitario. A mettere in risalto l’impegno profuso sul campo dei servizi territoriali è la dottoressa Maria Caterina Anoja, responsabile dell'Unità operativa di Neuropsichiatria dell’infanzia e adolescenza di Soverato, che così commenta il valore della manifestazione: “Per noi è un’esperienza di crescita che, nello spirito di condivisione e cooperazione tra mondi diversi, propone la costruzione di una società più umana, più aperta verso tutti e che alla cultura dell’individualità e della prestazionalità vuole contrapporre la cultura dell’unità e della diversità come ricchezza. Il festival vuole riproporre, attraverso l’interazione tra mondi della sanità, del volontariato e della disabilità, un modello societario più consono per garantire una risposta completa ai bisogni di salute e poter rispondere, nello specifico della neuropsichiatria infantile, all'intensificarsi dei bisogni socio-sanitari complessi sempre più presenti nell'area dell'infanzia e dell'adolescenza”.
Franco Montesano, direttore dell’unità operativa complessa del SerD di Soverato, aggiunge : “il Festival del Sociale vuole mettere insieme tante realtà del volontariato a testimonianza della solidarietà nei confronti del disagio. I professionisti saranno coinvolti in modo originale assieme alle persone con disabilità che si mettono in gioco e dimostrano potenzialità inaspettate. Il mezzo comunicativo scelto, cioè l'espressione artistica, può favorire la sensibilizzazione ed il coinvolgimento dei partecipanti in un clima di gioiosa riflessione, al di fuori dei classici schemi. Anche i professionisti impegnati nel settore, quali “ambasciatori del sociale” – conclude Montesano - si metteranno in gioco utilizzando le proprie capacità artistiche, per collaborare all'iniziativa attivamente, sdrammatizzando il contesto in cui si opera quotidianamente, in relazione alla multidimensionalità e complessità del disagio”. (msc)