Al via il festival teatrale "Ti ribalto": in scena persone disabili e volontari
MILANO - "Chi viene a vedere gli spettacoli non deve aspettarsi niente: sappia che non si sa come vanno a finire la storie che raccontiamo dal palco e che non si annoierà. È un teatro alla portata di tutti": Giulia Donelli è la direttrice artistica di Ti Ribalto, il Festival delle arti in programma dall’8 al 10 giugno al nuovo Teatro Bruno Munari di Milano. La rassegna è ideata e curata dalla Piccola Accademia della Cooperativa sociale Cascina Biblioteca, realtà che da oltre un decennio coinvolge con il teatro persone con disabilità, volontari ed educatori. Il Festival, nato per mostrare a fine anno il lavoro svolto dai laboratori della Piccola Accademia, è diventato in pochi anni una vera e propria rassegna del teatro integrato.
-"È un genere di teatro che ha una sua specificità e ha pieno diritto di esistere", sottolinea Giulia Donelli. Quest'anno partecipano, in qualità di compagnie ospiti, ben quattro associazioni: Atir – Teatro Ringhiera, L’Impronta Associazione onlus, il Centro Ricerca Arte Musica e Spettacolo di Lecco e il Gruppo Teatrale Accua del Centro Socio Educativo “Francesca" di Urbino. Più di 80 attori disabili e 40 volontari, tra operatori, educatori e semplici cittadini, sono i protagonisti dei 10 spettacoli in cartellone, che quest’anno arricchisce il suo ventaglio di proposte con una serie di attività pomeridiane pensate per coinvolgere maggiormente il pubblico: proiezioni, laboratori, lezioni aperte e una tavola rotonda organizzata in collaborazione con il Teatro del Buratto. "Il tema di questa edizione è Rivelazioni - aggiunge Donelli - . L'aspetto fondamentale è che il teatro e le arti riqualificano il rapporto tra le persone, fanno cadere le paure che ciascuno di noi ha verso la diversità. E permette quindi di portare sul palco anche questa trasformazione delle persone".
Alla Piccola Accademia vengono organizzati 11 gruppi di teatro durante l'anno. Sono composti ciascuno da una quindicina di giovani con disabilità fisica o mentale, da volontari, educatori e da un "conduttore". "In tutti questi anni ho scoperto quanto il teatro possa mettere in comunicazione le persone disabili con le altre persone e il mondo che li circonda -racconta Giulia Donelli. Il teatro mette in risalto capacità che altrimenti non emergerebbero. Ed è un teatro in cui c'è una continua improvvisazione, perché non sai cosa ti può accadere, non sai cosa il ragazzo disabile dirà. Tanti volontari all'inizio hanno paura, ma poi in un tempo relativamente molto breve la paura si trasforma in energia, in fantasia. Cadono le barriere. I ragazzi con disabilità, del resto, sono spesso molto soli, chiusi nei loro pensieri. Per loro il teatro è l'occasione per aprirsi, è superamento dei limiti, è la libertà di fare". Il programma completo del Festival è sul sito dedicato. (dp)