Altri 500 milioni ai poveri? "Uno spot, ma Renzi sa di non aver fatto abbastanza"
BOSCO ALBERGATI (Modena) – “Se al referendum vincerà il ‘sì’, risparmieremo 500 milioni che andranno sul fondo povertà, che passerà così da 700 a 1200 milioni. Pensate come sarà bello dare una mano ai cittadini in difficoltà attraverso i tagli ai costi della politica”. Lo ha annunciato Matteo Renzi dal palco della Festa dell’Unità di Bosco Albergati, nel modenese, parlando del referendum sulla riforma costituzionale e degli eventuali effetti di tale riforma (che entrerebbe in vigore nel 2018), dando così ufficialmente il via alla campagna elettorale in vista del voto di novembre (presumibilmente). Trovata mediatica o dichiarazione programmatica?
“Al netto di tutto quello che, di buono, il governo Renzi ha fatto e sta facendo in questi anni per il contrasto alle povertà – molto di più di quanto realizzato dai vari predecessori –, mi pare si tratti di un’affermazione estemporanea. Non credo aggiunga o tolga qualcosa al resto”, commenta Francesco Marsico di Caritas italiana. “Voglio, però, ricordare una cosa: come Alleanza contro le povertà continueremo a lavorare perché le istituzioni siano consapevoli che la lotta alle povertà è un’emergenza vera, e non un terreno sul quale raccogliere consensi. Detto in altre parole, vorremmo che questo percorso fosse intrapreso non solo se ci sono risorse, ma il prima possibile, con tutto quello che si ha a disposizione”.
Gli fa eco Emanuele Ranci Ortigosa, direttore scientifico dell’Istituto per la ricerca sociale (Irs): “Sinceramente, mi sembra sovrastimato come risparmio – dichiara –. Sono state fatte diverse stime sugli eventuali risparmi, molto varie tra loro: quella della Ragioneria dello Stato, per esempio, è di gran lunga inferiore a quella annunciata dal Presidente del Consiglio. Mi sembra un po’ uno spot”. Nelle parole del premier, Ranci Ortigosa legge anche una velata ammissione di “colpevolezza”: “A mio avviso, l’annuncio evidenzia che il governo si sente in deficit sulla questione della povertà. Ha capito che il problema è aperto e diffuso, e sa di non avere agito adeguatamente, di non avere fatto abbastanza”.
Dal palco della Festa dell’Unità di Villalunga di Casalgrande, in provincia di Reggio Emilia, Renzi ha rivendicato con forza le leggi più legate al mondo del sociale: dalla legge sul Dopo di noi a quella sull’Autismo, dalla riforma del Terzo Settore alla legge sulle Unioni civili. “Intendo proprio questo – continua Ranci Ortigosa –: il Presidente del Consiglio ha capito che, a fianco del suo famoso ottimismo, è necessario prendere atto della situazione di disagio sociale diffuso, un aspetto che non può più essere trascurato”. (Ambra Notari)