Alunni con disabilità e “reiscrizione”. Per Aipd "norma inutile e dannosa”
ROMA –La possibilità di “reiscrizione al medesimo anno scolastico”, prevista dal decreto Scuola per i soli studenti con disabilità, “è una disposizione speciale e come tale va applicata”. Torna sulla questione, oggetto di vivace dibattito, il ministero dell'Istruzione, che ieri ha diffuso una nota di chiarimento. “Resta ferma la deroga alla normativa ordinamentale, che dispone, salvo specifici casi, il superamento del corrente anno scolastico per tutti gli alunni delle classi intermedie” . E specifica: “L’articolo 1, comma 4-ter non parla di non ammissione, ma colloca la decisione in merito alla reiscrizione in capo al dirigente scolastico in un momento ineludibilmente successivo allo scrutinio, realizzando così una particolare fattispecie giuridica: ovvero di un alunno che, formalmente ammesso all’anno successivo, può essere, con provvedimento del dirigente scolastico, autorizzato alla 'reiscrizione al medesimo anno di corso frequentato nell’anno scolastico 2019/2020'”.
Il ministero ricorda poi che “l’attuale impianto normativo sulla valutazione degli alunni con disabilità prevede che essi siano valutati sulla base del loro Piano Educativo Individualizzato”, per cui “la non ammissione alla classe successiva, nelle situazioni consuete, è possibile solo a seguito del mancato raggiungimento degli obiettivi ivi previsti”.
L'anno che si è appena concluso ha imposto una specifica disposizione, visto che “l’automatica ammissione per tutti gli alunni” poteva risultare in alcuni casi incompatibile “con il progetto d'inclusione degli alunni con disabilità, ed è su queste situazioni che il nuovo dispositivo licenziato dal Parlamento intende intervenire”, precisa il ministero. “Pertanto, gli alunni con disabilità che concludono l’anno scolastico con valutazioni negative degli apprendimenti e delle autonomie, come previsti dal loro PEI, derivanti da qualsiasi causa personale o ambientale, connessa o non connessa all’emergenza Covid-19, pur ammessi alla classe successiva, possono ripetere, attraverso la reiscrizione, l’anno frequentato nel 2019/2020”.
Il ministero poi, oltre a fornire indicazioni sulle procedure ai dirigenti scolastici per la raccolta delle richiesta, chiarisce altri due aspetti. Primo, “la disposizione in oggetto non riguarda alunni e studenti con disabilità che sostengono l’Esame di Stato del primo e del secondo ciclo di istruzione, perché in questi casi, anche se è garantita l’ammissione a tutti, rimane nella possibilità della commissione di dichiarare non superata la prova, e consentire, in questo modo, la ripetizione della classe terminale”. Sempre riguarda l'esame, il ministero precisa che “anche se riferito a una programmazione personalizzata ed eventualmente, nel secondo ciclo, non equipollente, i candidati con disabilità sostengono un autentico esame che ha lo scopo di accertare il livello di apprendimento raggiunto e deve quindi necessariamente prevedere anche la possibilità di un esito negativo. Se così non fosse, l’esame degli alunni con disabilità sarebbe un esame fittizio, e quindi di fatto iniquo e discriminante”.
Il secondo chiarimento riguarda la scuola dell'infanzia, a cui la disposizione non si riferisce. “Eventuali richieste da parte dei genitori di trattenimento di bambini con disabilità che compiono i 6 anni di età vanno esaminate dai dirigenti scolastici, come gli anni precedenti, ricordando che sono decisioni che devono avere un carattere eccezionale, che va acquisito il parere favorevole di insegnanti e specialisti di riferimento e che in nessun caso sono reiterabili oltre il settimo anno di età”.
Per Aipd, "norma inutile e dannosa"
Per l'Osservatorio Scuola di Aipd, si tratta a questo punto di una “norma doppiamente dannosa o, se si vuole, inutile”, poiché da un lato “introduce la possibilità di reiscrizione per le classi dalla prima alla penultima, laddove invece gli alunni con disabilità avrebbero maggior giovamento nel mantenere la continuità con i propri compagni di classe e comunque nell’avvalersi dei corsi di recupero e di apprendimento integrativo previsti per tutti gli alunni”. Dall'altro lato invece, in base alla nota ministeriale diffusa ieri, “ non è applicabile nelle classi terminali, proprio laddove, in alcuni casi, avrebbe potuto essere utile agli alunni con disabilità per programmare meglio il loro passaggio alla scuola secondaria di secondo grado o la loro uscita del percorso scolastico. Per questi alunni l’unica possibilità formale di ripetere l’ultimo anno – osserva Aipd - sarebbe quella paradossale, surreale e lesiva della dignità degli alunni di presentarsi all’esame, facendo scena muta e senza presentare gli elaborati scritti previsti, costringendo così conseguentemente la commissione d’esame ad emettere un giudizio negativo. Infatti ricordiamo che se gli alunni non si presentassero a sostenere l’esame, concluderebbero ugualmente il proprio percorso ricevendo l’attestato dei crediti formativi maturati”.