11 ottobre 2013 ore: 13:11
Disabilità

Alunni disabili alle paritarie, il sostegno lo pagano le famiglie

La denuncia arriva dall’Agesc e dalla Fidae: “da un lato siamo obbligati ad accogliere, dall’altro non riceviamo più fondi per il sostegno”. Oltre 12mila gli alunni disabili nelle paritarie: il trend di crescita (+ 7% l’anno) supera quello delle statali (4,5%)
Gianni Berengo Gardin/Contrasto Disabilità, bambina legge con sostegno

ROMA – Sono più di 12 mila gli alunni con disabilità che frequentano le scuole paritarie: 12.022, per la precisione, secondo i dati forniti a Redattore Sociale dal Miur, relativi all’anno scolastico 2012-2013. In termini relativi, gli studenti disabili rappresentano l’1,2% della popolazione delle scuole paritarie, contro il 2,7% registrato in quelle statali. La maggior incidenza si registra, nelle statali come nelle paritarie, nelle secondarie di 1° grado, dove gli alunni disabili sono 78.374 (3% della popolazione complessiva) nelle statali e 2.244 (1,7%) nelle paritarie. 

E’ quindi una presenza consistente, quella degli studenti disabili all’interno di queste scuole, dove negli ultimi anni l’incremento sarebbe stato più consistente ancora che nelle statali: “tra il 2004 e il 2009 il numero di alunni disabili nelle paritarie è  aumentato del 7% l’anno, contro il 4,5% delle statali”, riferisce Roberto Gontero, presidente dell’Agesc (Associazione genitori scuole cattoliche). L’accoglienza e la gestione della disabilità all’interno di queste scuole sta però diventando un problema serio, oggetto anche di discussione e confronto costante con il ministero dell’Istruzione: “il sostegno scolastico nelle paritarie – spiega infatti Gontero - non riceve quasi nessun finanziamento da parte del ministero, mentre è a carico della scuola e, di conseguenza, delle famiglie. Il discorso riguarda soprattutto le secondarie di primo e secondo grado, perché per le primarie ex parificate ci sono dei fondi. Ma le nostre paritarie, in base alla legge 62/2000, sono a tutti gli effetti pubbliche: noi quindi pretenderemmo che lo stato trattasse i nostri ragazzi allo stesso modo di quelli iscritti nelle statali. Chiediamo, quindi i nostri studenti disabili ricevano un servizio di accompagnamento pari a quello che otterrebbero in scuola statale e che questo costo non ricadesse sulle scuole”. 

 A precisare i termini della questione, è don Francesco Macrì, presidente nazionale della Fidae (Federazione istituti attività educative). “Non è previsto quasi nessun finanziamento per questi bisogni educativi eccezionali – spiega - ma tutto è a carico delle famiglie e delle scuole: si tratta di una situazione gravissima. Fino ad alcuni anni fa, era previsto un piccolo stanziamento ministeriale per la voce ‘handicap’: un finanziamento comunque molto basso, che copriva meno del 10% di quel che serve per il sostegno scolastico di questi ragazzi. E comunque non arrivava ogni anno” 

Nelle scuole parificate, o meglio ex-parificate, la situazione è la stessa?
No, le scuole dell’infanzia e primaria ricevono, in base alla finanziaria di ogni anno, un finanziamento complessivo di circa 16-17 mila euro per classe. A questo, si aggiunge una voce cumulativa ‘handicap’, che però non compare ogni anno. E comunque parliamo di 200-300 euro!” 

Ma gli alunni disabili continuano a iscriversi nelle scuole paritarie...
Sì, sempre più numerosi. E noi siamo tenuti ad accoglierli, ma non riceviamo le coperture che servono a garantirgli l’accoglienza e il sostegno adeguati.

Chi se ne fa carico, allora?
Le famiglie, nella maggior parte dei casi. Le scuole paritarie, che possono contare solo sul ricavato delle rette, non possono riescono a farsi carico di tutte queste situazioni. Se ci sono casi di particolare bisogno della famiglie, la scuola cerca di sostenerla. Ma quando gli alunni disabili sono tanti, diventa una spesa insostenibile per l’istituto. Aiutiamo le famiglie a rivolgersi all’ente pubblico, che dovrebbe intervenire, ma di fatto difficilmente lo fa. Sono quindi le scuole che devono farsi carico di tutte queste difficoltà.

Possiamo dire quindi che, generalmente, la famiglia con un figlio disabile paga una retta più alta?
Non si può fare diversamente: parliamo comunque di una differenza minima, il resto lo fa la scuola... E comunque dipende dai singoli casi. Una famiglia deve già sostenere il costo della retta, che si aggira intorno ai 2.500 euro l'anno: e le famiglie che si rivolgono alle nostre scuole provengono sempre di più dal ceto medio...

Qual è quindi la vostra richiesta?
Chiediamo un finanziamento in proporzione ai ragazzi ospitati per ragazzi disabili o con bisogni speciali. Abbiamo rinnovato più volte la nostra richiesta al ministero, l’ultima ieri sera nel corso di una riunione dedicata. La disponibilità c’è, ma solo teorica: in mancanza di risorse, è una disponibilità muta. (cl)

 

 

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