Alunni disabili e buona scuola, Fish: "Passo avanti sul sostegno"
ROMA – Inclusione e Buona scuola: il bilancio è positivo, ma con riserva. Salvatore Nocera, avvocato ed esperto di normativa scolastica per l’integrazione degli studenti disabili, ritiene “che la proposta di legge del governo, apportate le dovute modifiche, potrebbe far compiere alla scuola un grande passo avanti”. In altre parole, la mobilitazione di domani, forse, non ha ragion d’essere. “Se il governo apporterà al ddl sulla scuola i correttivi di cui si sta parlando in queste ore (con la discussione degli emendamenti, ndr), le ragioni dello sciopero di domani, per quanto riguarda la disabilità, verranno meno, O meglio, dovremo ringraziare gli organizzatori dello sciopero per aver ottenuto questo risultato”. Aspetti soprattutto “di segno positivo”, quindi, nell’idea di riforma portata avanti dal governo, che domani verrà invece presa d’attacco dallo sciopero generale. “Innanzitutto l’immissione in ruolo di circa 100 mila docenti, di cui più o meno 20 mila per il sostegno, è un segno certamente positivo”, spiega Nocera.
Soprattutto, però, sembrano esserci buone speranze che alcune richieste presentate da Fish (Federazione italiana superamento Handicap), siano recepite e messe in pratica. “In particolare, abbiamo trovato nell’articolo 21, comma 2 lettera b del disegno di legge importanti riferimenti ai principi fondamentali della nostra proposta: maggiore formazione per i docenti di sostegno e per i futuri docenti curriculari separazione delle carriere: questo ci garantirebbe una maggiore continuità e autonomia delle scuole, anche attraverso corsi di aggiornamento, pure previsti nel disegno di legge”. Piace a Nocera, soprattutto, “che si pensi di individuare indicatori di qualità, per valutare il livello inclusivo nelle singole classi: è un aspetto di cui si parla sempre nell’articolo 21. E che condividiamo in piano”.
Cosa dire, però, di uno dei nodi critici fondamentali, evidenziati dai promotori della protesta: l’eccessiva discrezionalità dei capi d’istituto nella scelta dei docenti, ogni tre anni? “Il governo pare già orientato ad attribuire una serie di competenze ai collegi dei docenti e i consigli d’istituto: in questo modo, con questi interventi correttivi, credo che le ragioni dello sciopero, almeno sotto questo aspetto, diverrebbero superflue”. D’atra parte, un maggiore controllo sulla qualità dell’insegnamento e, in particolare, sul livello d’inclusione all’interno delle classi, “non può fare che bene alla scuola italiana e ai suoi studenti, soprattutto quelli con disabilità. Certo, è fondamentale che il dirigente non sia un despota: ma crediamo giusto che si assuma le proprie responsabilità nel garantire la qualità dell’insegnamento e dell’inclusione. Sempre, s’intende, con un controllo da parte degli organi collegiali. E, soprattutto, con l’ausilio degli indicatori di qualità, alcuni dei quali dedicati proprio all’inclusione”. In altre parole, una maggiore responsabilità del preside nella scelta dei suoi insegnanti potrebbe far bene alla scuola italiana, a patto che si mettano in campo tutti gli strumenti – indicatori e organi di controllo – per prevenire arbitrarietà e discrezionalità. “Di fatto – spiega Nocera – questo già accade, grazie alla sentenza del Consiglio di Stato 245 del 2001, che consente alle famiglie di chiedere la sostituzione dell’insegnante di sostegno, qualora quello assegnato si riveli inadeguato. La valutazione dei docenti e delle singole classi in base a indicatori di qualità può far compiere un’importante passo avanti verso una vera inclusione”.
In definitiva, “io vedo nella riforma più aspetti positivi che negativi, almeno sotto il profilo dell’inclusione – conclude Nocera – Certo sono ancora molte le questioni da risolvere nella scuola italiana: ma gran parte di queste saranno materia di decreti delegati. Da parte nostra, faremo di tutto perché si risolvano le principali criticità del sostegno scolastico come i ritardi all’inizio dell’anno e la formazione quasi esclusivamente on-line prevista dagli attuali corsi di riqualificazione dei docenti. E faremo di tutto, ovviamente, perché quegli organi collegiali che abbiamo voluto nel 1974 continuino a svolgere quella funzione di controllo per la quale sono nati e per cui devono continuare ad esistere”. (cl)