Alunni disabili, sostegno condiviso e meno ore in classe
ROMA – Il figlio di L. può andare a scuola solo due volte a settimana, perché ha ottenuto 10 ore di sostegno e l’educatore, a cui pure ha diritto, non arriverà prima di ottobre. Ancor meno ore per G., che frequenta la terza elementare, ha una grave forma di autismo e, nonostante questo, ha avuto solo 8 ore di sostegno. Christian, invece, deve dividersi un’insegnante di sostegno con altri due bambini, gravi come lui: la mamma ha protestato e il preside l’ha tranquillizzata, “l’insegnante sarà tutta per suo figlio”, ma lasciando scoperti gli altri bambini. E lei non ci sta. E poi c’è Virginia, che l’insegnante di sostegno proprio non ce l’ha, ha solo l’assistente: e oggi non è potuta andare a scuola, perché le 20 ore di assistenza settimanale le ha consumate tutte. La campanella segna quindi, come ogni anno, l’inizio della scuola, ma anche di tante battaglie, che molti genitori di alunni disabili sono costretti a combattere per far valere i diritti dei propri figli. Anche se non mancano le “buone notizie”, quasi sempre, però, frutto di “buona volontà”, più che di “buone prassi”.
“Mio figlio frequenta l’ultimo anno di asilo e abbiamo appena cambiato scuola – racconta L. – Le maestre mi sembrano fantastiche, il problema è che il sostegno ci viene passato solo per 10 ore. Abbiamo anche 20 ore di assistenza, che però non è ancora partita: così, per ora, mio figlio è “coperto” solo il martedì e il venerdì, mentre gli altri giorni resta a casa”. Va ancora peggio per Christian, che quest’anno frequenta la terza elementare a Gazzo Padovano. “I problemi sono iniziati l’anno scorso – racconta la mamma - I primi giorni insegnante c’era, ma già dalla seconda settimana ha iniziato a essere assente e hanno iniziato a girarne tante diverse. Abbiamo scoperto che era incinta e sarebbe stata a casa tutto l’anno. Mio figlio, gravemente autistico, ha cambiato cinque insegnanti di sostegno in un anno: un vero trauma per lui. L’ultimo non lo ha proprio accettato, ha avuto crisi gravi, è diventato aggressivo, siamo dovuti ricorrere ai farmaci. Così, quest’anno, mi sono mossa fin da giugno e ho ottenuto l’assicurazione, da parte del preside, che avremmo avuto un’unica figura di sostegno per tutto l’anno. A settembre, l’insegnante semplicemente non c’era: in segreteria mi hanno detto che mio figlio deve andare solo nelle 8 ore in cui c’è l’assistente: quattro volte a settimana per due ore al giorno! E così abbiamo fatto tutta la settimana. Sarà così almeno fino a gennaio, quando la sua insegnante di sostegno dovrebbe rientrare. Intanto, io dovrei anche trovare un lavoro e ieri sono andata al centro per l’impiego insieme a lui”.
-Niente insegnante di sostegno anche per C, che ad Adelfia, in provincia di Bari, frequenta il terzo anno di materna. “Avevo chiesto al dirigente che l’insegnante di sostegno, già cambiata diverse volte gli scorsi anni, rimanesse la stessa fino alla fine del ciclo. Invece, l’11 settembre mio figlio ha iniziato la scuola addirittura senza sostegno. Quella dell’anno scorso è stata trasferita e quest’anno, a scuola, ci sono 5 bambini disabili e tre insegnanti di sostegno: mio figlio deve dividersi una di queste con altri due bambini gravi. Ho protestato con il dirigente, che davanti a me ha detto a questa insegnante: ‘Da oggi fino a fine anno starai con Christian. Tanto – mi ha spiegato poi – il bambino Down straniero viene poco’. Ma a me così non sta affatto bene: non voglio vincere battaglie sulla pelle degli altri, magari di chi è più debole e ha genitori meno combattivi di me. Non mi piace che si assecondi chi fa più rumore. Far rispettare i nostri diritti non può essere così difficile!”
Da nord a Sud, passando per il centro, le situazioni che si incontrano si somigliano tutte. Così a L’Aquila c’è Virginia, gravemente autistica, che nel Liceo Musicale Cotugno aspetta ancora che un insegnante di sostegno per lei finalmente arrivi. Intanto sta andando a scuola solo grazie alla presenza dell'assistente, che però ha terminato ieri le sue 20 ore settimanali: oggi, quindi, Virginia è rimasta a casa. “Essere a scuola senza una guida, un riferimento in grado di organizzare la sua vita scolastica e coinvolgerla nelle attività della classe, è di una gravità inaccettabile – denuncia l’associazione Autismo Abruzzo - Si rischia di cancellare quanto faticosamente costruito negli anni precedenti. Oggi abbiamo inoltrato formale denuncia-querela alla Procura dell'Aquila al fine di fare luce su tutta la vicenda, nella speranza che simili esperienze non si ripetano mai più per nessun disabile”.
In questo buio scenario, non mancano però le luci: buone notizie che, però, sono quasi sempre frutto di buona volontà più che di buone prassi. Come quella che ci racconta Carmela, mamma di Francesco, che ha appena iniziato la prima elementare: “Il primo giorno di scuola – racconta – la maestra di sostegno dell’anno scorso ci ha fatto la sorpresa e si è fatta trovare lì, all’ingresso, sebbene fosse stata trasferita altrove. Ha detto che ci teneva tanto ad accompagnarlo, all’inizio di questo nuovo ciclo scolastico. Francesco era felice, è stato davvero un bell’inizio, che ci lascia ben sperare”. (cl)