Alunni sordi senza assistenza, lettera delle educatrici: "Sempre più barriere"
MILANO - Sono ben 20 gli studenti sordi senza assistente alla comunicazione all'Istituto comprensivo Barozzi di Milano. Da quando sono tornati in classe dopo le vacanze di Natale non hanno più avuto al loro fianco educatori in grado di aiutarli a comprendere cosa dice l'insegnante. È uno degli effetti più vistosi del buco politico, amministrativo e anche finanziario che si è creato nella Città Metropolitana, non più in grado di garantire assistenza ai 2.500 alunni con disabilità. Un buco causato dal ritardo con cui Regione e Città metropolitana hanno trovato l'accordo su chi spetta mettere le risorse necessarie. L'incontro chiarificatore tra i due enti è avvenuto il 9 gennaio, il giorno stesso in cui sono ricominciate le lezioni. Ma a distanza di tre settimane non si è ancora tradotto in atti amministrativi e pertanto le scuole non hanno rinnovato i contratti con le cooperative sociali o con gli stessi educatori. Come è avvenuto all'Ics Barozzi. Le nove educatrici che seguivano i 20 studenti del Barozzi hanno ora scritto una lettera aperta di protesta, per denunciare la situazione. "Noi siamo rimaste senza lavoro, i ragazzi sono in classe senza alcun aiuto", sottolinea Claudia Cappellini.
"Noi non siamo nuove alle barriere, il nostro lavoro é quello di abbatterle siano esse di natura ambientale o siano esse di natura comunicativa -si legge nella lettera aperta-. Non siamo ad ogni modo abilitate ad abbattere le barriere politiche sociali che oggi impediscono la crescita di studenti, impediscono il diritto al lavoro e impediscono la didattica e il benessere delle classi e della Scuola. Queste barriere sembrano crescere di anno in anno rendendo sempre più complicato esercitare la nostra professione con serenità. Ricordiamo le parole di un genitore che combatte ogni giorno per i diritti dei propri figli: 'a volte le burocrazia non si rende conto di quanto possa significare anche un solo anno di vita per i bambini, per gli studenti se non vissuto a pieno. Senza Assistenti alla Comunicazione come fanno ad accedere alle informazioni che tutti hanno a portata di mano senza alcuna fatica?”.
"Si dice che quest'anno sia un anno di passaggio, che dall'anno prossimo tutto cambierà: questa promessa a noi non basta -scrivono le educatrici-. Oggi serve sicurezza del diritto al lavoro e serve che gli studenti imparino ogni giorno. Serve che la scuola possa occuparsi di didattica inclusiva e non di burocrazia. Servono servizi che seguano il calendario scolastico e che non creino discriminazione. Serve che le famiglie siano serene nel mandare i loro figli a scuola. Serve che lo Stato si impegni a garantire tutto questo nel rispetto di tutti: famiglie, studenti, insegnanti e non per ultima una categoria di lavoratori che ancora oggi non vuole smettere di credere in un mondo possibile accessibile a tutti. Dunque chiediamo alle Istituzioni di essere garanti e promotrici dei diritti, che fino ad oggi sono stati lesi, trovando soluzioni celeri e informando per iscritto su quali sono le risorse economiche, affinché le scuole, le organizzazioni e i genitori possano riattivare le attività, noi assistenti alla comunicazione". La lettera è firmata da Sara Adobati, Claudia Cappellini, Erika Crozzoletto, Francesca Faroni, Daniela Filini, Maria Itala Graziano, Caterina Mosca, Sonia Paioro e Federica Zecchi. (dp)