11 maggio 2016 ore: 14:04
Immigrazione

Alunni stranieri, a scuola più difficoltà rispetto ai compagni italiani

Rapporto Ismu-Miur "Gli alunni con cittadinanza non italiana". I ripetenti alle superiori sono il 12,8% contro il 7,1%. Quelli che non riescono a raggiungere un diploma fra i non comunitari sono il 34,4%, il 27,1% tra i comunitari e il 13,6 tra gli italiani
Alunni stranieri sui banchi di scuola con grembiule blu

Milano - Gli alunni stranieri incontrano più difficoltà a scuola rispetto ai compagni italiani. I ripetenti nelle scuole secondarie di primo grado sono il 7,5% (con punte del 9,3% nelle Isole), contro il 2,7% degli italiani. Alle superiori salgono al 12,8% contro il 7,1%. Inoltre sono in ritardo sugli anni scolastici quasi la metà dei 14enni, il 62,7% dei 15enni e i due terzi degli ultrasedicenni. È quanto emerge dal rapporto del Miur e della Fondazione Ismu presentato questa mattina.

Il 24,5% degli studenti stranieri è iscritto a un liceo, il 36,9% a un istituto professionale e il 38,5% a un istituto tecnico. Se si considerano i principali comuni, a Reggio Emilia e a Bergamo oltre la metà degli studenti stranieri è concentrata nei professionali; per contro Roma, Rimini e Prato sono i comuni in cui più elevata la frequenza nei licei. Padova, Prato, Verona e Milano si distinguono per maggiori presenze nei tecnici.

Nel 2014, gli Early School Leavers (ossia quelli che non sono arrivati a conseguire un diploma) fra i non comunitari sono il 34,4% (dei giovani fra i 18-24 anni), contro il 27,1% dei comunitari e il 13,6% degli italiani. L’incidenza fra i Neet (giovani che non studiano e non lavorano) raggiunge il 32,8% fra i comunitari, il 35,4% tra i non comunitari e si attesta al 25,14% fra gli italiani (15-29 anni).

Il rapporto fa anche un'analisi dei risultati delle prove Invalsi. "Gli esiti degli studenti stranieri sono significativamente inferiori rispetto a quelli dei loro compagni italiani -spiega il Rapporto-, in ogni livello scolastico e soprattutto nella prova di italiano. Il gap è più marcato tra nativi e studenti immigrati di prima generazione, mentre le seconde generazioni si avvicinano maggiormente agli autoctoni". (Dp) 

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