Alzheimer, ci si ammala sempre più tardi ma i casi aumentano
Dal fronte Alzheimer finalmente una buona notizia: dopo una certa eta' anche in Italia ci si ammala meno e quella che ormai e' piu' di un'ipotesi sara' uno degli argomenti centrali dell'VIII Convegno nazionale sui Centri Diurni, che si svolgera' a Pistoia il 16 e 17 giugno. Resta che i malati aumentano e che per ora non esiste vera cura. "Dell'Alzheimer si sa molto di piu', lo si puo' frenare con terapie di crescente efficacia e modi e forme dell'assistenza sono sempre piu' raffinati e articolati. Ma guarire resta proibito e di antidoti, a parte un destino amico, non c'e' che la prevenzione. Come si fa a non ammalarsi? Con una sana alimentazione e l'antico e sempre valido 'mens sana in corpore sano': lo stile di vita".
Questi e altri aspetti piu' o meno singolari del fenomeno Alzheimer e delle demenze senili figurano tra i temi cardine del convegno e ben li sintetizza il professor Giulio Masotti, presidente onorario della Societa' italiana di Geriatria e Gerontologia, che oggi ne ha presentato alla stampa il programma curato con l'Universita' di Firenze e co-organizzato con i colleghi Carlo Adriano Biagini (Asl Pistoia) e Alberto Cester (Dolo - Venezia), oltre al dottor Enrico Mossello in veste di coordinatore scientifico.
"Negli ultimi anni- ha detto Masotti- i nuovi casi di malattia si sono ridotti e sempre piu' spesso si arriva in eta' anche molto avanzata senza disturbi cognitivi. Il progressivo invecchiamento della popolazione produce pero' un numero straripante di malati che mette in crisi il sistema sanitario. I Centri Diurni svolgono un ruolo insostituibile e con i vari servizi per le demenze formano una rete nazionale importante, benche' ancora insufficiente. I problemi sono enormi e la crisi economica li ha aggravati. Il risultato e' che tanti malati e le loro famiglie restano isolati, spesso con gravi sofferenze e rinunce vissute nel chiuso delle pareti domestiche".
Secondo un'indagine Censis-Aima gli italiani anziani con varie forme di demenza sono ormai 1,3 milioni, il 10% circa dei 13 milioni di ultrasessantenni. In Toscana, con una popolazione tra le piu' longeve e oltre 85mila malati, il fenomeno e' particolarmente sentito. A Firenze i casi sono 20 mila, a Pistoia e provincia 7 mila. Si tratta di persone che lentamente perdono memoria e autonomia, a volte con manifestazioni aggressive, e percio' bisognose di assistenza continua.
Il convegno sui Centri Diurni ha in sostanza due scopi: 1) presentare innovazioni, proposte e problemi specifici; 2) ma anche tener viva l'attenzione su un dramma sanitario e sociale che la politica purtroppo sottovaluta. Riconfermando la citta' come leader in Italia nello studio e nella assistenza all'Alzheimer, il convegno figura tra l'altro nel calendario di Pistoia capitale italiana della Cultura 1917. Tutto cio' anche grazie al ruolo fondamentale della Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia.
Star dell'edizione 2017 e' la neurologa/epidemiologa Laura Fratiglioni, docente al Karolinska Institute di Stoccolma dove dirige il Centro di Ricerca sull'Invecchiamento. Maremmana, laureata a Firenze, e' uno dei tanti cervelli in fuga che si sono fatti valere all'estero. A Pistoia parlera' appunto di stile di vita come ricetta per prevenire la demenza: sana alimentazione, relazioni, interessi, attivita' fisica anche moderata, in altri termini tenere in forma il piu' possibile corpo e cervello. Tema caro anche al professor Masotti che lancia in proposito un appello al mondo del volontariato: organizzarsi per promuovere quanto sopra nella popolazione anziana. (DIRE)