Alzheimer, i farmaci non bastano. L'Inrca punta sugli interventi psicosociali
ROMA – Quasi 10 milioni di nuovi casi ogni anno: così il World Alzheimer Report 2015 stima l'incremento delle demenze nel mondo, evidenziando una crescita di quasi il 30% rispetto a quella registrata dall'Oms nel 2010. E contro disturbo sempre più diffuso, dovuto per lo più all'invecchiamento, le terapie farmacologiche sono in parte efficaci: per questo l'Inrca (Istituto nazionale di riposo e cura per anziani) ha deciso di puntare l'attenzione sugli “interventi psicosociali”, rivolti anche ai familiari, con lo scopo di ridurre lo stress e rallentare o ridurre gli esiti invalidanti della malattia. A questo tema è stato dedicato l'incontro “Interventi psicosociali nelle demenze”, che si è svolto giovedì 26 gennaio ad Ancona (a partire dalle 9, presso l'Auditorium Inrca della Montagnola), nell'ambito del Piano nazionale demenze.
“ Poiché vi sono evidenze cliniche incomplete sul reale effetto delle terapie farmacologiche – spiega Giuseppe Pelliccioni, responsabile Unità operativa Neurologia - negli ultimi anni si è incrementata la ricerca su attività orientate a promuovere il benessere e la qualità della vita delle persone con demenza e dei loro familiari, oltre a facilitare il graduale adattamento alla disabilità e alle conseguenze della malattia”. Nelle Marche, grazie alle recenti linee guida, è previsto il potenziamento di tali interventi, con l’Inrca nel ruolo di coordinatore.
L’incontro prevede dunque un approfondimento sulle iniziative di maggior successo, come il progetto Inrca My Mind, uno studio che ha coinvolto più di 300 persone over 65 con l’obiettivo di sperimentare l’effetto di un piano di “allenamento mentale” sul mantenimento e recupero delle abilità intellettive negli anziani. Il programma ha incluso tecniche mnemoniche, metodi per utilizzare la scrittura in modo efficace, ma anche passatempi comuni come parole crociate e sudoku. I risultati sono stati positivi: nella maggior parte dei soggetti con malattia di Alzheimer si è avuto un significativo miglioramento delle performance e dello stato psicologico, in particolare memoria, linguaggio e orientamento. “Con l’aumentare dei casi di demenza - conclude Fabrizia Lattanzio, direttore scientifico - è fondamentale educare ad uno stile di vita fisicamente e mentalmente attivo anche nello svolgimento delle semplici attività quotidiane”.