Alzheimer, Italia 15esima in Ue per la qualità dell'assistenza ai malati
MILANO - Tra i Paesi europei l'Italia si piazza al quindicesimo posto per la qualità dell'assistenza e della cura dei pazienti malati di Alzheimer e dei loro familiari. È quanto emerge dall'"European dementia monitor", ricerca realizzata da Alzheimer Europe, organizzazione che riunisce 39 associazioni. Obiettivo principale dell’indagine, che ha riguardato tutti gli Stati membri dell'Unione europea (ad eccezione dell'Estonia), nonché Albania, Bosnia-Erzegovina, Jersey, Israele, Monaco, Norvegia, Svizzera e Turchia, è confrontare e valutare le strategie e le politiche dei Paesi europei di fronte alla sfida della demenza in base a dieci differenti categorie: dall'accessibilità dei servizi di assistenza ai rimborsi dei medicinali, dalla risorse impiegate nella ricerca alla tutela dei diritti dei malati e dei loro familiari. Per ogni categoria il punteggio massimo è pari al 10% del totale). Nessuno dei Paesi è stato promosso a pieni voti. Per quanto riguarda l'Italia, è il paese più impegnato, coinvolto e attivo nelle collaborazioni di ricerca europee, ma si posiziona solo a metà della classifica generale. La più virtuosa risulta essere la Finlandia con un punteggio complessivo del 75,2%, seguita da Inghilterra (72,4%), Paesi Bassi (71,2%), Germania (69,4%) e Scozia (68,8%). Il punteggio dell’Italia si attesta sul 52,9%.
“La nostra organizzazione ha lottato strenuamente per il riconoscimento della demenza come priorità di salute pubblica – ha dichiarato Jean Georges, direttore esecutivo di Alzheimer Europe - e ha invitato i governi europei a sviluppare strategie nazionali per far fronte alla demenza. Lo scopo di questa pubblicazione è quello di valutare quali paesi garantiscono una politica più aperta e favorevole e sono in grado di assicurare il miglior supporto e trattamento alle persone con demenza e ai loro familiari”. “Se da un lato noi italiani abbiamo ottenuto il primato nel coinvolgimento nella ricerca, siamo invece carenti sul fronte della disponibilità e ancora più nell’accessibilità dei servizi di assistenza, a cui si aggiunge un basso riconoscimento della demenza come priorità di salute pubblica”, sottolinea Gabriella Salvini Porro, presidente della Federazione Alzheimer Italia. “L’iniziativa delle Dementia Friendly Community, avviata ormai da un anno dalla Federazione Alzheimer Italia sulla scia del modello inglese di Alzheimer’s Society, va proprio nella direzione di cercare di colmare queste mancanze -aggiunge-. Essere una Comunità Amica significa infatti migliorare la qualità di vita delle persone con demenza e delle loro famiglie, promuovendo l’inclusione attraverso iniziative mirate e incontri formativi che rendano ogni cittadino, ogni lavoratore, ogni persona più informata e quindi più consapevole. Il nostro obiettivo è proseguire su questa strada per i prossimi anni, rafforzati dai positivi esempi di altri Paesi europei e continuando a farci portavoce degli sviluppi a livello internazionale, nella speranza che le istituzioni italiane si rendano conto della portata e dell'urgenza delle demenze”.
Per quanto riguarda le singole categorie, la Finlandia ha ottenuto il punteggio più alto per quanto riguarda la disponibilità e l’accessibilità dei servizi di assistenza e, insieme a Paesi Bassi e Inghilterra, vanta le migliori iniziative di inclusione e di dementia-friendly community.
Belgio, Irlanda, Svezia e Regno Unito (sia Inghilterra sia Scozia) hanno guadagnato il primo posto nel rimborso dei medicinali: in questi Stati, infatti, tutti i trattamenti anti-demenza sono rimborsati integralmente dal Servizio sanitario ed è presente una politica per limitare l'uso inappropriato di antipsicotici.
Germania, Francia e Spagna hanno ottenuto il punteggio massimo nella categoria di sperimentazione clinica, mentre Irlanda e Norvegia sono i paesi che si sono distinti per essere stati i primi a riconoscere la demenza come priorità politica e di ricerca nazionale.
Germania, Francia, Israele, Paesi Bassi, Slovenia e Regno Unito (sia Inghilterra che Scozia) hanno seguito le raccomandazioni di Alzheimer Europe sul rispetto dei diritti legali delle persone con demenza e dei loro familiari, mentre l’Irlanda si è posizionata per prima per quanto riguarda i diritti di cura e di lavoro riconosciuti, e Finlandia e Norvegia hanno ratificato le convenzioni internazionali e europee sui diritti umani. (dp)