Alzheimer, se il tango aiuta a stimolare corpo e mente
BOLOGNA – Ballare il tango può essere una terapia per chi soffre del morbo di Alzheimer? Sì, secondo Olitango, associazione impegnata nell’uso del tango per la prevenzione della fragilità sociale e per la promozione del benessere e della salute, e secondo l’Associazione di ricerca e assistenza delle demenze (Arad onlus), che dal 2013 mette in campo dei punti di assistenza e ascolto per le persone malate di Alzheimer e per -i loro caregiver chiamati Caffè Alzheimer. Le due associazioni hanno unito le forze per dare vita a un progetto, il primo a Bologna, per consentire a chi soffre di Alzheimer di ritrovarsi e sentirsi meno solo con i passi del tango argentino, intitolato “Tango Caffè – Non ti scordar di me”. L’iniziativa, già messa in pratica a Ferrara (progetto pilota per l’Emilia-Romagna) e in fase di sperimentazione a Bologna, è supportata da una rete di partner che comprende Ausl di Bologna, Asp Città di Bologna, Auser Volontariato Bologna, Aics Comitato provinciale di Bologna, Croce rossa italiana Comitato provinciale di Bologna, Profutura, Quartiere Savena di Bologna, Circolo Arci Benassi, Associazione Meg, Associazione Riabilitango di Milano e associazione Ama di Ferrara. L’Ausl di Bologna ha inoltre favorito il progetto inserendolo tra le attività di sostegno della fragilità degli anziani e di prevenzione della non autosufficienza del servizioE-care per il 2017.
Ma perché proprio il tango? “La tangoterapia è nata nel 2008 in Argentina ed è già stata adottata con successo come terapia per il morbo di Parkinson, mentre per l'Alzheimer è stata sperimentata per ora solo con singoli pazienti, raramente su gruppi di persone. Finora è stata raramente sperimentata su gruppi di persone – spiega Maria Calzolari di Olitango – il tango è una danza che prevede molti passi e movimenti che possono stimolare chi soffre di Alzheimer a recuperare alcune capacità motorie fondamentali come l’equilibrio, l’allungamento, la postura e la coordinazione”. Non tutti i passi del tango rientrano nelle lezioni organizzate dai maestri di Olitango, ma solo una selezione di quelli che possono essere più utili nella riabilitazione secondo il metodo Riabilitango, già sperimentato con successo all’ospedale San Giuseppe di Milano. Naturalmente, quello che Olitango e Arad onlus intendono fare è anche curare l’aspetto relazionale, che i malati tendono a perdere: il tango, infatti, prevede un contatto molto stretto, quasi affettivo, tra i partner. “Il tango è nato tra i migranti che arrivavano in Argentina – continua Calzolari – era ballato principalmente tra uomini, i quali cercavano di ritrovare nel ballo gli affetti che avevano lasciato lontano. Il corpo ha una sua memoria che proviamo a recuperare con il tango”. Un modo, quindi, che può essere di forte giovamento a chi è malato di Alzheimer e che tende a perdere la memoria, le abilità motorie e le capacità di rapportarsi con l’altro. Durante gli incontri, i partner dei partecipanti saranno i loro caregiver, parenti, amici o badanti, che saranno il loro supporto per tutta la durata del progetto.
Da fine settembre a metà dicembre, saranno 11 le lezioni di tango per 15 partecipanti indicati da Arad onlus tra gli anziani che frequentano il Caffè Alzheimer, che prenderanno parte ciascuno con il proprio caregiver per 2 ore una volta alla settimana. Arad onlus terrà monitorate le reazioni e i progressi dei partecipanti, testandone le situazioni di benessere o depressione all’inizio e alla fine del percorso e dopo ogni incontro, con la presenza di una psicologa e con l’aiuto dei volontari che lavorano per l’associazione. (Simone Lippi Bruni)