25 agosto 2023 ore: 16:23
Società

"Amicizia e impegno reciproco per combattere odio e ostilità"

Il discorso del presidente della Repubblica Sergio Mattarella al Meeting di Rimini: "Contrapposizioni ideologiche e anacronistici nazionalismi alimentano i contrasti fra i popoli, ritrovare il senso di comunità". Una pace giusta non può dimenticare i profughi: "Ingressi regolari in numero ampio per stroncare il traffico di esseri umani"
sergio mattarella discorso meeting rimini 2023
RIMINI - “Ogni volta che l’umanità si è trovata di fronte al baratro - è accaduto con le due guerre, mondiali, novecentesche - ha trovato, dentro di sé, le risorse quelle morali, per ripartire, per costruire un mondo diverso, in cui il conflitto lasciasse posto all’incontro. Per immaginare e progettare, il futuro insieme”. Lo ha ricordato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, intervenendo oggi  al Meeting di Comunione e Liberazione a Rimini. Interrogando i giovani “su cosa si fonda la società umana” – se cioè su quell’amicizia che dà il titolo all’incontro o se sullo scontro, sull’ostilità e sull’odio – Mattarella sottolinea che proprio dopo il baratro della seconda guerra mondiale è stato possibile ripartire, in uno spirito che ha ispirato “la nostra Assemblea Costituente nella quale opinioni diverse si sono incontrate in spirito di collaborazione, per condividere e affermare i valori della dignità, ed eguaglianza, delle persone; della pace; della libertà”.

“Ecco – ha detto Mattarella - come nasce la nostra Costituzione: con l’amicizia come risorsa a cui attingere per superare - insieme - le barriere e gli ostacoli; per esprimere la nostra stessa umanità. Per superare, per espellere l’odio, come misura dei rapporti umani. Quell’odio che la civiltà umana ci chiede di sconfiggere nelle relazioni tra le persone; sanzionandone, severamente, i comportamenti, creando, così, le basi delle regole della nostra convivenza”.

 

I conflitti e gli "anacronistici nazionalismi"

Mattarella afferma che l’amicizia si contrappone alla violenza, che conoscenza e dialogo ne sono le premesse, che mai a questo mondo mancano i pretesti per alimentare i contrasti: che siano “l’invocazione di contrapposizioni ideologiche”, o di “caratteri etnici” o di “ingannevoli lotte di classe” o la “pretesa di resuscitare anacronistici nazionalismi”. E “quanto avviene ai confini della nostra Europa, dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Federazione Russa, ne dà drammatica testimonianza”. “Viviamo – dice il Capo dello Stato - un tempo di cambiamenti profondi, velocissimi, addirittura tumultuosi in alcuni campi. Tanto da non consentire, spesso, di avvalersi di uno sguardo lungo che ci aiuti a comprendere, in profondità, quale sia la direzione della nostra vita; immersi nell’affannoso consumo di un eterno presente; immemore del giorno prima e indifferente al giorno dopo”. Ma “l’auto-affermazione dell’io, nella sua più assoluta centralità in realtà nella sua piena solitudine, appare priva di qualunque senso: l’affermazione di sé – uno dei motori della vita comunitaria – vale, in realtà, se è inserita nella comunità in cui si è nati, o in cui si è scelto di vivere; e se contribuisce alla sua crescita”, ammonisce Mattarella.

Il presidente della Repubblica mette in evidenza la dimensione comunitaria: “Sono le relazioni sociali a determinare la concretezza di esercizio dei diritti” e per questo “le nostre istituzioni sono basate sulla concordia sociale, sul perseguimento - attraverso la coesione, dunque la solidarietà - di sentimenti di rispetto e di collaborazione: l’amicizia riempie questi rapporti, rendendoli condizione per la felicità”. “È il binomio persona-comunità – sintetizza Mattarella - a sorreggere un ordinamento che non deve essere intrusivo, ma diretto a valorizzare pluralità e libertà”.

 

Pace in Europa

Mattarella sottolinea che “l’Europa che conosciamo è nata da un reciproco impegno di pace che i popoli e gli Stati si sono scambiati, dopo l’abisso della seconda guerra mondiale. Su quella pace sono stati edificati i nostri ordinamenti di libertà, di democrazia, di diritto eguale. Su quella pace è cresciuta la civiltà degli europei. Non ci stancheremo di lavorare per fermare la guerra. È contro lo strumento della guerra che siamo impegnati per impedire una deriva di aggressioni del più forte contro il più debole. Per costruire una pace giusta.

 

Il dramma dei profughi: "Servono ingressi regolari ampi"

“Una pace giusta non può dimenticare il dramma dei profughi”, scandisce il capo dello Stato: “I fenomeni migratori vanno affrontati per quel che sono: movimenti globali, che non vengono cancellati da muri o barriere. Nello studio dell’appartamento dove vivo al Quirinale ho collocato un disegno che raffigura un ragazzino, di quattordici anni, annegato, con centinaia di altre persone, nel Mediterraneo. Recuperato il suo corpo si è visto che, nella fodera della giacca, aveva cucita la sua pagella: come fosse il suo passaporto, la dimostrazione che voleva venire in Europa per studiare. Questo disegno mi rammenta che, dietro numeri e percentuali delle migrazioni, che spesso elenchiamo, vi sono innumerevoli, singole, persone, con la storia di ciascuno, i loro progetti, i loro sogni, il loro futuro. Il loro futuro: tante volte cancellato”.

“Certo – afferma Mattarella - occorre un impegno, finalmente concreto e costante, e proprio dell’Unione Europea. Occorre sostegno ai Paesi di origine dei flussi migratori. È necessario rendersi conto che soltanto ingressi regolari, sostenibili, ma in numero adeguatamente ampio, sono lo strumento per stroncare il crudele traffico di esseri umani: la prospettiva e la speranza di venire, senza costi e sofferenze disumane, indurrebbe ad attendere turni di autorizzazione legale. Inoltre, ne verrebbe assicurato inserimento lavorativo ordinato; rimuovendo la presenza incontrollabile, di chi vaga senza casa, senza lavoro e senza speranza; o di chi vive ammassato in centri di raccolta, sovente mal tollerati dalle comunità locali. Occorre percorrere strade diverse. Se non se ne avverte il senso di fraternità umana, per una miglior sicurezza. Anche come investimento, anche di amicizia, sul futuro delle relazioni, con i popoli di origine, che saranno – presto - sempre più protagonisti della scena internazionale”.

 

L'appello ai giovani: "Prendete su di voi anche responsabilità e doveri"

Mattarella si rivolge direttamente ai giovani: “La speranza è in voi giovani. Prendetevi quel che è vostro. Comprese le responsabilità e i doveri. Voi avvertite, in maniera genuina, tutti questi problemi. Avete la sensibilità di sentirvi pienamente europei. Più degli adulti. Avete conoscenze adeguate per affrontare, senza timore, le trasformazioni digitali e tecnologiche che sono già in atto. Avete la coscienza che l’ambiente è parte della nostra vita sociale. Che non ci sarà giustizia sociale senza giustizia ambientale; e viceversa. Non vi chiudete, non fatevi chiudere in tanti mondi separati. Usate i social, sempre con intelligenza; impedite che vi catturino, producendo una somma di solitudini, come diceva il mio Vescovo di tanti anni addietro. Non rinunciate, mai, alle relazioni personali; all’incontro personale; all’affetto dell’amico; all’amore; alla gratuità dell’impegno. Il mondo è migliore, se lo guardiamo con gli occhi giusti. Fate che la speranza e l’amicizia corrano, anche, sulle vostre gambe. E – conclude Mattarella - si diffondano attraverso le vostre voci”.

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