Amnesty International: “I mandati d’arresto? Passo avanti cruciale verso la giustizia”
ROMA - “Nessuno è al di sopra del diritto internazionale: nessun capo di gruppi armati, nessun’autorità politica, nessun esponente degli eserciti. A prescindere dagli obiettivi che stanno perseguendo, nessuno di loro è al di sopra della legge”. Con queste parole Agnés Callamard, segretaria generale di Amnesty International, ha commentato la richiesta di mandati d’arresto, da parte dell’Ufficio del procuratore della Corte penale internazionale, nei confronti del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, del ministro della difesa israeliano Yoav Gallant e di tre leader di Hamas - Yahya Sinwar, Mohammed Deif e Ismail Haniyeh – per crimini di guerra e contro l’umanità commessi in Israele e nello Stato di Palestina, specificamente nella Striscia di Gaza occupata, a partire almeno dal 7 ottobre 2023.
“Il procuratore della Corte penale internazionale ha inviato in questo modo un messaggio importante a tutte le parti in conflitto: saranno chiamate a rispondere della devastazione che hanno causato alla popolazione di Gaza e di Israele”, ha aggiunto Callamard. “Le persone sospettate di essere responsabili di crimini di diritto internazionale in Israele e nei Territori palestinesi occupati devono essere portate a processo, non importa quanto siano potenti o quale sia il loro grado”, ha sottolineato Callamard. “La richiesta dei mandati d’arresto da parte del procuratore della Corte penale internazionale rappresenta anche una grande, e da lungo tempo attesa, opportunità per porre fine a decenni d’impunità in Israele e nei Territori palestinesi occupati e per ripristinare la credibilità del sistema di giustizia internazionale nel suo complesso”, ha proseguito Callamard.
“Tutti gli stati devono rispettare la legittimità della Corte, astenersi da ogni tentativi di intimidire o sottoporre a pressioni la Corte e consentire ai giudici di portare avanti il loro lavoro nella piena indipendenza e imparzialità”, ha precisato Callamard.
“Sta ora alla Camera pre-processuale, mentre il procuratore continua le sua indagini, esaminare rapidamente e prendere una decisione su queste prime richieste di arresto. Tutti gli stati, compresi quelli che non fanno parte della Corte penale internazionale, dovranno rispettare le sue decisioni. In caso di approvazione da parte dei giudici, tutti gli stati dovranno assicurare l’attuazione dei mandati d’arresto”, ha concluso Callamard.