Anche il quartiere Pigneto di Roma avrà il suo centro antiviolenza
L’associazione D.A.L.I.A è dal 2008 che lotta per affermarsi sul territorio. “Da circa cinque anni rivendichiamo la possibilità di disporre di un appartamento all’interno dell’ex stabilimento. Secondo un’indagine realizzata nel 2006 dall’Istat, oltre 14 milioni di donne italiane hanno subito violenza fisica, sessuale o psicologica nella loro vita, la maggior parte mosse dal partner all’interno delle mura domestiche. Solo il 18,2% delle vittime che l’hanno subita in famiglia però la considera un reato; il 90% non viene denunciato”. In Italia, sottolinea l’associazione, sono circa un centinaio i centri attivi sul territorio e una trentina le case di accoglienza, del tutto insufficienti a fronteggiare le richieste di aiuto. A Roma i centri antiviolenza sono circa una decina, mentre nel VI Municipio non esistono strutture finalizzate all’accoglienza di donne vittima di abusi.
Il progetto prevede anche servizi d’informazione e di prevenzione sui temi della salute rivolte alle giovani e alle giovanissime, studi e scambi internazionali e attività si formazione professionale e inserimento nel contesto territoriale. “Dall’Assemblea delle donne del Consultorio, sono nati in maniera spontanea percorsi paralleli, così come accade quando il confronto con le realtà e le situazioni è naturale, concreto e diretto”, dice la volontaria. “Una scuola d’italiano di due livelli per donne straniere, aperta tutti i lunedì e venerdì nel Consultorio di Via dei Condottieri, che coinvolge circa 40 donne soprattutto bengalesi, nord africane e, fra le comunitarie, diverse rumene ed il progetto Rong, nato per stimolare l’emancipazione economica femminile delle migranti”. Si tratta di una piccola sartoria, che mette in comune saperi e capacità per la produzione di manufatti artigianali, da vendere (presso la bottega Kinkelibà, in via Macerata 54) ad un prezzo equo per chi li produce. Una piccola parte dei ricavati è stata destinata dalle migranti per sostenere l’apertura del Centro antiviolenza che, grazie alla sinergia di tutte le donne che l’hanno attraversato, è riuscito negli anni a crescere e a conquistare uno spazio riconosciuto nel quartiere. (Loredana Menghi)