Anisetta Meletti, nasce la versione “sociale” del liquore marchigiano
La fioritura dell'anice verde
Nella vasta produzione Meletti le bottiglie saranno distinte da un’etichetta particolare con i nomi dei promotori del progetto e una breve spiegazione delle qualità “etiche” del prodotto. In primis la possibilità di inserire in una nicchia di mercato molto promettente persone che si stanno liberando da problemi di dipendenza da alcol, gioco o droghe. Nel primo anno di attività sono state coinvolte 15 persone ed ora con il nuovo raccolto la coop spera di inserirne altre dieci. Il secondo merito invece è di carattere ambientale. L’anisetta verde, nell'ecotipo pregiato detto "di Castignano", dal nome di un paese nella provincia di Ascoli Piceno, è molto rara. I promotori del progetto hanno recuperato i semi antichi ed ampliato la sua area di diffusione.
“Riscoprire la coltivazione dell’anice è stata un‘ottima intuizione anche sotto l’aspetto commerciale – continua la Sguigna. – La ditta Meletti infatti si rifornisce soprattutto all'estero. La coltivazione di un’anice locale pregiata può quindi essere una scelta lungimirante. Le persone coinvolte hanno, quindi, acquisito capacità che potranno essere molto utili per una prospettiva lavorativa, nella coop o anche autonomamente come coltivatori. Hanno acquisito la conoscenza di tutto il processo produttivo: dalla semina, alla cura della pianta, alla raccolta”. Per questo, sebbene il progetto Life si chiuderà nel 2014, “sicuramente la coltivazione dell’anice nella nostra coop non si fermerà”. L’anice, infatti non è usata solo per fare liquori, ma anche per la confezione di dolci, nella panificazione, nell’erboristeria, come spezia.
Sempre nell’ambito del progetto Life, Amaterra ha avviato anche un’altra interessante iniziativa di agricoltura sociale che riguarda la coltivazione di erbe officinali. La cooperativa ha organizzato un corso di fitoterapia in collaborazione con la dottoressa Manuela Tamburrini della farmacia Tamburrini di Castel di Lama. Un percorso di formazione professionale che ha portato alla coltivazione biologica delle più comuni specie erbacee utilizzate in fitoterapia. Il progetto prevede anche l’allestimento di una sala di essiccazione e di un locale di conservazione, somministrazione e vendita delle droghe vegetali sotto forma di tisane.
La Cooperativa Ama-Aquilone, che ha sede a Castel di Lama nella provincia di Ascoli Piceno, ha a disposizione circa 22 ettari di terreno di cui 17 vengono coltivati. Tutti sono certificati biologici. E’ presente anche una stalla di bovini e a breve verrà costruita una porcilaia in grado di ospitare 20 maiali. La coop è da sempre concentrata soprattutto sulla coltivazione di cereali, erba medica e favino per l’alimentazione animale. Di recente sono invece state incrementate attività di orticoltura. “Inizialmente queste attività erano sfruttate soprattutto per la cosidetta ‘ortoterapia’ e i raccolti servivano per soddisfare il fabbisogno giornaliero dei 6 centri di accoglienza della cooperativa - afferma Valentina Sguigna. - In seguito le produzioni sono aumentate e ci si è perfezionati sempre di più. Contemporaneamente è nata anche una cooperativa di tipo B ‘Officina1981’ che ha deciso, tra le altre attività che segue (lavori edili), di prendersi in carico la commercializzazione dei prodotti biologici a marchio Amaterra, oltre che della gestione di mille mq di serre adibite alla produzione di fiori, piante ornamentali e piantine da orto”. Da poco è nato il sito www.amaterra.coop nel quale è possibile vedere gli ortaggi di stagione pronti per la vendita. Il servizio prevede anche la consegna a domicilio, attivo solo nella provincia di Ascoli Piceno oltre che la vendita presso la sede della cooperativa.
La coltivazione della cooperativa Ama-Aquilone è biologica certificata dall’organismo di controllo Ccpb di Bologna. La copp è socia di Aiab Marche (Associazione italiana agricoltura biologica) e aderisce al Forum nazionale agricoltura sociale. Recentemente è nato (forse – rinunione del 28 marzo) anche la sezione regionale del forum. Le referenti per le Marche sono la stessa Valentina Sguigna e Gioia Castronaro di AIAB Marche.