9 marzo 2015 ore: 13:05
Disabilità

Anmil: “Fuori le rendite Inail dal nuovo Isee”

Decine di migliaia di firme raccolte in tutta Italia per escludere dal reddito Isee le rendite erogate dall’Inail agli infortunati sul lavoro e alle vedove e orfani di caduti sul lavoro. Il presidente Bettoni: “Non sono redditi, è un’ingiustizia”
Isee, "riccometro" su banconote e monete

ROMA – Escludere le rendite erogate dall’Inail agli infortunati sul lavoro dal calcolo del nuovo Isee: è la richiesta avanzata dall’Anmil, l’associazione nazionale mutilati e invalidi del lavoro, che ha raccolto “decine di migliaia di firme” in tutta Italia per presentare al Parlamento una petizione in tal senso. Dopo le sentenze del Tar che hanno bocciato il nuovo indicatore nella parte in cui considerano come reddito le provvidenze di invalidità civile (con il governo che ancora non ha fatto sapere se intende o meno presentare ricorso), l’Anmil rilancia la questione anche sul versante dell’invalidità da lavoro, chiedendo di porre fine ad una “ingiustizia”.

“Il risarcimento del danno subito dagli infortunati sul lavoro, nonché quello riconosciuto alle vedove e agli orfani dei caduti sul lavoro non può – dice il presidente Franco Bettoni - essere equiparato ad un privilegio economico in quanto riconosciuto a fronte di un danno per il quale era stato versato un premio assicurativo e pertanto non rappresenta un guadagno. Per questo la nostra associazione che conta circa 400mila percettori di rendite risarcitorie erogate dall’Inail si è impegnata a raccogliere le firme per tre sabati sensibilizzando sul tema tutti i cittadini”. Gli “Open day” – l’ultimo dei quali sarà sabato 14 marzo – hanno permesso di raccogliere firme in tutte le sedi Anmil d’Italia.

Ma Bettoni parla anche dei tagli al livello delle prestazioni sociali che si stanno realizzando sui territori, con delle positive eccezioni in quelle regioni (Liguria, Sardegna, Valle d’Aosta, Friuli Venezia Giulia) in cui si è deciso di continuare a mantenere il livello delle prestazioni sociali. “Siamo confortati dalle iniziative di questi consigli regionali”, dice Bettoni, per il quale però altrove si agisce operando “ancora una volta dei tagli proprio sui più deboli, senza tenere nel dovuto conto le conseguenze pratiche di questo nuovo Isee, che in realtà comporterà soprattutto la diminuzione di servizi sociali come l’assistenza domiciliare personale, le prestazioni per i non autosufficienti e per i grandi invalidi del lavoro, cioè proprio quelli con la casistica più grave di malattie del lavoro per i quali il taglio sarebbe più elevato ed assolutamente ingiustificato”.

“Dopo anni di collaborazione dei Ministeri competenti con l’Inail – dice Bettoni – il Governo non ha tenuto conto di quanto sia stata minuziosa ed efficiente la spesa dei comuni e delle regioni per garantire prestazioni e servizi mirati, che fanno risparmiare denaro alle casse dello Stato e che, se cessati improvvisamente, costringeranno persone con invalidità e malattie gravi a ricorrere ai pronto soccorso e alle camerate degli ospedali per garantirsi un’assistenza indispensabile per la propria vita. La scelta più saggia per il governo – conclude - è dare ascolto a noi dell’Anmil, all’Anci, alle regioni ed alle tre recentissime sentenze inequivocabili ed inoppugnabili della giustizia amministrativa, escludendo dall’Isee le rendite ‘risarcitorie’ erogate dall’Inail, che non sono affatto redditi”.

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