Anticipo pensionistico "sociale", anche i caregiver potranno richiederlo
ROMA - Per alcuni lavoratori il 1 maggio ci sarà un motivo in più per far festa: è infatti il giorno fissato (salvo ritardi dell'ultimo momento) per il debutto del cosiddetto "Ape sociale", l'anticipo pensionistico agevolato, che permetterà ad alcune categorie “svantaggiate” di andare in pensione prima del termine previsto dalla norma generale. A beneficiare di questa misura saranno tre categorie di lavoratori, che entro il 2017 compiano 63 anni e che abbiano maturato almeno 30 anni di versamenti contributivi. La prima categoria è composta da coloro che risultino disoccupati e privi di ammortizzatori sociali da almeno tre mesi; la seconda dai “caregiver familiari”, ovvero i lavoratori e le lavoratrici che assistano in maniera continuativa, da almeno sei mesi, un coniuge, un figlio o un genitore convivente con un'invalidità di almeno il 74%. Il terzo gruppo di beneficiari è infine rappresentato da lavoratori e lavoratrici che svolgono attività gravose e pesanti, quali sono: edili, conduttori di gru, di mezzi pesanti, di convogli ferroviari, personale viaggiante, conciatori di pelli e pellicce, infermieri e ostetriche ospedalieri adibiti a turni, addetti alla cura e assistenza di persone non autosufficienti, insegnanti dei nidi e delle scuole di infanzia, facchini, addetti ai servizi di pulizia e operatori ecologici. In questi casi, però, oltre ai 63 anni di età, bisogna aver maturato 36 anni di anzianità contributiva, di cui 6, in via continuativa, in una di queste attività.
- “Non sarà una passeggiata né per i lavoratori né per il patronato - avverte Morena Piccinini, presidente di Inca - Cgil - Bisognerà fare i conti con le complesse operazioni di verifica individuale dei requisiti richiesti – spiega -, ma soprattutto con i tempi contingentati per la presentazione delle domande, imposti dalla norma. Le specificità sono tali da rendere molto complicata l’operazione, quindi abbiamo predisposto una campagna di informazione affinché i lavoratori e le lavoratrici possano rivolgersi fin da subito alle strutture territoriali del nostro patronato, dove operatori e operatrici competenti hanno già tutti gli strumenti per intervenire”.
Il decreto attuativo dovrebbe essere emanato a breve, mentre le richieste portano essere inoltrate fino al 30 giugno. Seguiranno le verifiche sulle posizioni contributive e assicurative, sulla base delle quali sarà compito dell'Inps certificare eventualmente il diritto a questo beneficio, particolarmente vantaggioso perché, a differenza dell'Ape volontaria, non comporta alcun onere per i lavoratori. Complessivamente, il governo ha stanziato 300 milioni di euro, nella legge di bilancio 2017, da destinare a questa forma di prepensionamento. Solo se le risorse “avanzeranno”, a quel punto l'Inps potrebbe esaminare le domande presentate tra il 30 giugno e la fine di novembre. (cl)