Anziani, Auser in audizione alla Camera. Le criticità della legge delega secondo l’associazione
Questa mattina l’Auser ha preso parte all’Audizione presso la Commissione Affari sociali della Camera dei Deputati sulla legge delega sugli anziani 33/23.
Nel corso dell’audizione l’Auser ha rimarcato le principali criticità, fra queste l’assenza di risorse adeguate all’attuazione di una riforma che interessa, tra persone fragili e loro famigliari, non meno di 10 milioni di persone.
“Il punto è che non c’è stato nessuno sforzo a prefigurare meccanismi di finanziamento a regime della ‘long term care’, limite che forse si sarebbe potuto evitare se si fossero coinvolte le parti sociali”, afferma l’associazione.
Altro punto di criticità l’integrazione socio-sanitaria. “La governance che viene prefigurata, tanto a livello nazionale quanto a quello locale, nei fatti si affida ancora alla disponibilità a integrarsi dei diversi soggetti coinvolti”.
Residenze sanitarie
Afferma l’Auser: “In merito alle residenze, tenuto conto della drammatica esperienza della pandemia e delle numerose proposte di riforma da più parti avanzate, ci saremmo aspettati un maggiore sforzo per la loro riforma. Invece sono del tutto generiche le misure previste malgrado la ricca elaborazione maturata in questi ultimi anni.
Anche qui tutto viene rinviato (rinvio di quattro mesi) ai nuovi standard per l’accreditamento, i cui principi, in linea di massima condivisibili, non sono però sufficientemente vincolanti”.
Nuove forme dell’abitare
Secondo l’associazione, anche le soluzioni potenzialmente più interessanti per le nuove forme dell’abitare (art. 15 e 16), che possono prevenire le istituzionalizzazioni degli anziani, sono rinviate successive norme e sono riferito al solo cohousing, mentre mancano gli alloggi individuali assistiti/supportati (che riguardano la maggior parte degli anziani).
Prevenzione e Invecchiamento Attivo
“Il pilastro vero della prevenzione della non autosufficienza sono politiche efficaci per l’invecchiamento attivo. Solo attraverso queste politiche sarà possibile evitare un impatto sempre più insostenibile dell’invecchiamento della popolazione sulla spesa sanitaria e sociale. Al riguardo il testo del Decreto non aggiunge molto di sostanziale di quanto previsto in delega. Quello che più crea meraviglia è la sottovalutazione delle raccomandazioni per l’IA ribadite nella conferenza dell’Unece del 2022 a Roma ed elaborate dall’Osservatorio multilivello presso il dipartimento della famiglia”.
La Prestazione universale che dovrebbe sostituire e integrare l’indennità di accompagnamento
Afferma ancora l’Auser: “Il problema è che la prestazione prevista dal decreto in forma sperimentale è destinata ad una piccolissima parte della popolazione non autosufficiente: persone ultra 80enni in possesso dei requisiti per il riconoscimento dell’Indennità di Accompagnamento, con gravissime limitazioni e con un reddito Isee sotto i 6mila euro. Anche su questa materia, delicatissima in quanto è unica prestazione statale garantita alle persone disabili e non autosufficienti, un più intenso coinvolgimento della parti sociali avrebbe potuto consentire una riforma più sostanziale i cui cardini sono noti da tempo”.