Anziani non autosufficienti, mancata intesa in Conferenza Stato-Regioni
Si è tenuta ieri la Conferenza unificata Stato-Regioni. Tra i punti all’ordine del giorno anche lo schema di Decreto legislativo riguardante le politiche in favore delle persone anziane, in attuazione della legge 33/2023.
La Conferenza delle Regioni e delle Province autonome ha espresso una mancata intesa, “in quanto – si legge - la mancata previsione di risorse finanziarie aggiuntive e strutturali inficia la portata innovativa della riforma depotenziandone l'efficacia sia nel processo di ampliamento dell'accesso ai servizi sia nell'intensità e nella durata dei servizi offerti”.
Le Regioni Campania, Puglia, Toscana ed Emilia-Romagna hanno espresso avviso contrario, “non solo per l'assenza di una copertura finanziaria della Riforma, ma sull'impianto complessivo del provvedimento e sul mancato coinvolgimento delle Regioni e delle Province autonome nella stesura dello schema di decreto legislativo”.
La Provincia autonoma di Bolzano, nell'esprimere avviso contrario per le suddette motivazioni, ha evidenziato “la necessità che venga tolto il riferimento alle Province autonome all'articolo 21 laddove è previsto che ‘Regioni e Province autonome elaborano Piani regionali corrispondenti ai Piani nazionali e li trasmettono al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali per il monitoraggio e la verifica dello stato di attuazione dei LEPS’”. La Conferenza ha rileva, inoltre, che “la proposta di ridurre la platea dei possibili beneficiari delle prestazioni socio-sanitarie e dei LEPS collegati ‘alle persone che abbiano compiuto 70 anni’ non rientra nei principi della Legge di delega che contempla solo 'l'adozione di una definizione di popolazione anziana non autosufficiente’ e non prevede dei limiti all'accesso alle prestazioni per fasce di età”.
Per di più tale disposizione, secondo la Conferenza, “è in contraddizione con il decreto stesso laddove, definendo la persona anziana come ‘la persona che ha compiuto 65 anni’ specifica che le persone anziane hanno diritto all'accesso alle prestazioni di assistenza sociale, sanitaria e sociosanitaria qualora valutate non autosufficienti. Se I'articolo 40 rimanesse inalterato – si è precisato -, significherebbe escludere dall'assistenza tutte le persone non autosufficienti tra i 65 e 69 anni di età, molte già in carico ai servizi con le risorse FNA”.
Sono state infine allegate le proposte emendative condivise dalle Commissioni Politiche Sociali e Salute della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome.
Cgil e Spi: “Anche le Regioni bocciano il decreto del Governo”
“La mancata Intesa della Conferenza Unificata rappresenta una pesante bocciatura del decreto del Governo, e conferma le gravi preoccupazioni espresse da noi e da più parti in questi giorni sul rischio di svuotare una buona legge per la totale mancanza di finanziamenti”. È quanto dichiarano la segretaria confederale della Cgil Daniela Barbaresi e il segretario nazionale dello Spi Cgil Stefano Cecconi, a proposito dell’esito della seduta di ieri della Conferenza Unificata.
Per i dirigenti sindacali “non è solo questione di risorse, che pure sono drammaticamente assenti sia per la sanità che per il sociale: lo schema di decreto proposto dal Governo ha travisato, disatteso e persino superato in diverse parti la delega ricevuta. Si pensi - sottolineano infatti - alla clamorosa esclusione delle persone tra i 65 e i 70 anni dall’assistenza, alla debolezza delle misure per la nuova domiciliarità, cardine di una riforma che doveva assicurare alle persone di poter vivere ed essere curate a casa propria. O si pensi alla mancata riforma delle Rsa, nonostante il sistema della residenzialità abbia mostrato tutti i suoi limiti più drammatici durante la pandemia”.
Inoltre, aggiungono Barbaresi e Cecconi, “la misura sperimentale della Prestazione Universale di 850 euro rimane ferma nella vecchia logica del trasferimento monetario anziché dei servizi e riguarda una platea ridottissima di beneficiari: solo 25 mila anziani ultraottantenni non autosufficienti gravissimi in stato di povertà, pari allo 0,6% del totale degli anziani non autosufficienti”. Infine, “aver rinviato quasi tutta l’attuazione della legge a norme successive ha indebolito e diluito la spinta innovatrice della legge”.
Per Cgil e Spi, “ci vorrebbe ora un serio ripensamento del Governo a partire dalla disponibilità al confronto e a costruire un percorso che accompagni l’attuazione della riforma e soprattutto, con coerenza, vanno garantire le risorse necessarie a rispondere ai bisogni e ai diritti di milioni di persone anziane e delle loro famiglie. Un Governo troppo concentrato sul terzo mandato e disattento sugli anziani. Con gli annunci, le promesse e propaganda - concludono Barbaresi e Cecconi - non si risolvono i problemi”.