Apre “Hijab Paradise”, negozio di abbigliamento per donne musulmane
- BOLOGNA – Keltoum Kamal Idrissi ha 23 anni, è nata in Marocco ma è cresciuta in Italia. “Vivo a Cesena da quando facevo la seconda elementare”, racconta. Da qualche giorno, ha aperto “Hijab Paradise”, uno dei primi negozi di abbigliamento dedicati alle donne musulmane. Intervistata all’interno della trasmissione Italia-Italie di Radio Città del Capo, spiega: “Rispondiamo a un bisogno. On line si possono trovare molte cose, ma mancava un posto fisico in cui le donne musulmane possono trovare vestiti e tessuti adatti, provarli e toccare le stoffe”. Da quando ha aperto nel locale di via del Borgo di San Pietro a Bologna, il via vai è continuo. “C’è chi viene sapendo già cosa cerca e chi solo a curiosare – aggiunge – ed entrano anche donne non musulmane, magari per acquistare una pashmina”. La notizia dell’inaugurazione di “Hijab Paradise” ha sollevato anche critiche, soprattutto sui social. I commenti sono stati forti: alcuni sono andati sul personale, altri hanno sottolineato che dovesse pagare le tasse e non avere incentivi. Keltoum Kamal Idrissi, che è anche referente della sezione di Cesena dei Giovani musulmani italiani, non si è lasciata intimidire. “Le tasse le ho sempre pagate, incentivi non ne ho avuti perché non avendo la cittadinanza non ho avuto la possibilità di accedere a bandi o contributi e in questo progetto ho messo tutti i miei risparmi – dice – Ho già avuto a che fare in passato situazioni simili e credo la discriminazione si combatta dialogando. C’è chi scrive commenti nascondendosi dietro una tastiera, io sono qui e ci metto la faccia, nonostante le critiche”.
Nella seconda parte della trasmissione si è parlato del Newroz, festività celebrata da numerosi popoli in Medio Oriente e Asia Centrale, insieme a David Issamadden, presidente della Comunità curda in Italia, che ha spiegato come in Kurdistan il Newroz rappresenti il primo giorno dell’anno, ma anche “un simbolo di resistenza ai regimi dittatoriali”. Lo scorso 20 marzo però, come gesto di solidarietà nei confronti della popolazione di Afrin, “la comunità curda in Italia si è astenuta dal festeggiarlo”. (lp)