24 ottobre 2016 ore: 15:12
Salute

Apre "Pani e Peschi", prima comunità per adolescenti con disagi psichici di Milano

Si trova al Gallaratese, ospiterà fino a 10 ragazzi dai 14 ai 17 anni. "Hanno alle spalle contesti familiari difficili e per loro sarà uno stacco che li aiuterà a essere più autonomi", spiega Giovanni Lucchini, vicepresidente della cooperativa Il filo d'Arianna che gestirà la struttura. Saranno seguiti da medici, infermieri, educatori e riabilitatori
Pani e peschi - comunità - foto interno

MILANO - Pani e Peschi viene inaugurata questa sera. E da domani comincerà ad essere la seconda casa per adolescenti dai 14 ai 17 anni con disagio psichico. Ci rimarranno il tempo strettamente necessario per diventare più autonomi. "Hanno alle spalle contesti familiari difficili e per loro questa comunità sarà uno stacco terapeutico -spiega Giovanni Lucchini, vicepresidente della cooperativa Il filo d'Arianna che gestirà la struttura-. A volte per affrontare certi problemi è necessario uscire dal proprio contesto". L'obiettivo è farli tornare in famiglia, ma più capaci di badare a se stessi. Saranno seguiti da una equipe di medici, infermieri, educatori e riabilitatori. "Seguiranno delle terapie specifiche, ma avranno anche la possibilità di seguire corsi di formazione o di iniziare qualche esperienza lavorativa. Non mancheranno poi momenti di svago o l'opportunità di svolgere attività sportive".

Pani e peschi - comunità - foto interno

All'inaugurazione di oggi saranno presenti Luciano Gualzetti, direttore di Caritas Ambrosiana; Raffaella Ferrari, direttore della Struttura complessa Salute Mentale dell'ATS della città metropolitana di Milano; Antonella Costantino, presidente della Società Italiana di Neuropsichiatria Infantile; Giovanni Carrara, presidente del Consorzio Farsi Prossimo; don Riccardo Festa, decano del Gallaratese; don Mario Adobati, parroco di San Romano. "Finora ragazzi con questi problemi venivano mandati in comunità fuori dalla Lombardia -ricorda Giovanni Lucchini-. Rischiavano di essere sradicati dal territorio in cui sono cresciuti. Ora con la comunità a Milano ci vanno solo per uno stacco, l'obiettivo è farli tornare a vivere nelle loro case". (dp)

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