2 agosto 2018 ore: 15:51
Immigrazione

Aquarius, Lodesani (Msf Italia): in due anni salvate oltre duemila persone

"Piu' di 2000 persone" sono state curate da Medici Senza Frontiere (Msf) a bordo dell'Aquarius, la nave gestita in collaborazione con l'ong Sos Mediterrane' per salvare chi si trova in situazioni di pericolo in mare. A parlarne con l'agenzia 'Dire' ...

"Piu' di 2000 persone" sono state curate da Medici Senza Frontiere (Msf) a bordo dell'Aquarius, la nave gestita in collaborazione con l'ong Sos Mediterrane' per salvare chi si trova in situazioni di pericolo in mare. A parlarne con l'agenzia 'Dire' a margine di un incontro a Roma e' Claudia Lodesani, presidente di Msf Italia: "Vediamo due tipi di patologie, un tipo legato al viaggio, con persone disidratate o ustionate perche' la benzina si mischia con l'acqua di mare" afferma il medico, che prosegue: "L'altro tipo e' quello dei pazienti che arrivano con lesioni legate a quanto e' avvenuto in Libia, quindi alla tortura: abbiamo fratture piu' o meno aperte, scomposte, anche vecchie di mesi e mai curate. Vediamo patologie da tortura legate alle conseguenze della 'falaka', ovvero persone con neuropatie croniche perche' picchiate sotto i piedi in maniera costante, quotidiana, con conseguenze che resteranno per tutta la vita. Ci sono poi persone che hanno i chiodi piantati nella pelle". E chiarisce: "Quello che vediamo pochissimo sono le malattie infettive".

Nel caso di nuove vicende come quella di giugno, in cui la nave Aquarius si e' vista negare l'ingresso ai porti italiani e maltesi ed e' dovuta restare in acqua per nove giorni, fino all'approdo a Valencia, si prospettano anche ulteriori complicazioni. "Registriamo anche qui due tipi di conseguenze- spiega Lodesani- per chi ha subito violenze in Libia l'ansia e il rischio di tornare in Libia influisce negativamente su degli stati psicologici spesso gia' precari, e legati alla tortura. Per le persone che hanno subito conseguenze legate al viaggio, come ustioni o disidratazione, rimanere di piu' in mare vuol dire rivivere condizioni molto difficili, quando se si rimane a lungo sotto il sole in barca".

Da quando ha lasciato per la prima volta il porto di Marsiglia, nel febbraio 2016, la Aquarius ha impedito che 29.318 persone tra donne, uomini e bambini (2.979 dei quali nel 2018) annegassero in mare. È quanto si apprende da dati diffusi nel corso della conferenza stampa organizzata oggi a Roma da rappresentanti della missione umanitaria gestita da una collaborazione tra le ong Sos Mediterrane'e e Medici Senza Frontiere (msf).

"1.110 persone hanno perso la vita nel Mediterraneo centrale dallo scorso gennaio" ha fatto sapere durante l'incontro Claudia Lodesani di Msf: "due terzi di queste solo negli ultimi due mesi, da quando, cioe', le ong non sono piu' presenti nel Mediterraneo". (DIRE)

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