Arci contro le povertà, con il protagonismo dei poveri
ROMA - “Con la seconda edizione di aEqua, Arci ha definitivamente scelto di lavorare per contrastare l'aumento delle diseguaglianze nel nostro Paese e non solo. E ha scelto di farlo insieme al Forum diseguaglianze e diversità e alla Fondazione Feltrinelli, che fa un grande lavoro di formazione”: così Carlo Testini, responsabile Disuguaglianze e diritti sociali dell'Arci, fa il bilancio della seconda edizione di aEqua, che si è svolta nei giorni scorsa a Cremona. Tanti i temi affrontati e diversi i punti di vista, da parte delle svariate realtà che hanno partecipato alla riflessione. Comune però la convinzione che “con queste diseguaglianze che si stanno ampliando, il nostro Paese non può crescere”, riferisce Testini.
Qual è l'origine di queste diseguaglianze, in particolare?
La distribuzione diseguale delle risorse, i redditi che calano, il lavoro povero che aumenta, i servizi pubblici che vengono meno: è soprattutto questo che sta ampliando le diseguaglianze. E ciò non consente all'economia di crescere: è il sistema che si sta incartando. Se una persona su quattro o è in povertà assoluta o a rischio povertà, siamo in una situazione al limite.
Il Pil, però, potrebbe risalire...
Su questo bisogna stare molto attenti: anche se il Pil cresce di qualche punto, sappiamo bene che questa crescita non è inclusiva, perché spesso riguarda redditi finanziari e non da lavoro.
Quali sono, allora, gli strumenti più efficaci per abbattere, o almeno ridurre le diseguaglianze?
Dal dibattito è emersa forte proprio la necessità di individuare strumenti universali, quali il reddito minimo o il reddito universale. Il reddito di cittadinanza ha avuto qualche falla, ma è stato uno strumento fondamentale per reggere all'impatto della pandemia e prima ancora agli strascichi della crisi del 2008. Si è parlato anche di salario minimo, che potrebbe essere un importante volano per l'economia e per ridurre le diseguaglianze: si ripagherebbe in qualche modo da solo, nel bilancio dello stato, perché porterebbe maggiori consumi, maggiori servizi ecc.
E il disegno di legge sull'autonomia differenziata?
Riteniamo il disegno di legge Calderoli devastante, perché rischia di approfondire ancora di più il fossato tra regioni che stanno meglio e regioni che stanno peggio. Il meccanismo di autonomia differenziata spingerà sempre più verso servizi privati. Per contrastare le povertà, occorre rendere i poveri protagonisti, di questo siamo convinti. Così come siamo convinti che vadano rilanciati da un lato la scuola come comunità educante, dall'altro il mutualismo, inteso però come mutualismo politico. Dobbiamo poi contrastare il lavoro povero, i contratti precari, i part-time imposti, i livelli di retribuzione vergognosi. Tante sono le opzioni e le opportunità di lavoro per Arci nel prossimo futuro: siamo pronti per intraprenderle e percorrere, con tutti coloro che vorranno stare al nostro fianco.