1 dicembre 2014 ore: 15:59
Disabilità

Arriva nelle sale il viaggio in handbike contro i pregiudizi sui disabili in Tanzania

L’impresa di Norberto De Angelis, ex giocatore di football americano e in passato volontario della ong Cefa: percorrere 800 chilometri nel paese africano, dove la disabilità è vista come una colpa. Il film si intitola "Less is more", la proiezione il 3 dicembre in 30 sale italiane
Cefa onlus Norberto De Angelis handbike

BOLOGNA – Ottocento chilometri a bordo di una handbike per vincere i pregiudizi sulla disabilità. È l’impresa compiuta da Norberto De Angelis, ex giocatore di football americano (era nella nazionale italiana che nel 1987 ha vinto i campionati europei) e in sedia a ruote dal 1992 in seguito a un incidente avvenuto in Tanzania dove partecipava a un progetto umanitario di Cefa onlus. Nel 2009 copre i quasi 4 mila chilometri della Route 66 da Chicago a Los Angeles, in 80 giorni. Nel 2013 gli viene chiesto di tornare in Tanzania, dove De Angelis percorre gli 800 chilometri che separano la città di Njombe nel sud del Paese dalla capitale Dar es Salaam a bordo della sua handbike. Un’avventura raccontata nel docu-film “Less is more”, road movie realizzato dal regista Luca Vasco che, come ha spiegato Fulvio De Nigris dell’associazione Amici di Luca, “racconta il ritorno alla vita di chi vive una condizione di disabilità”. In occasione della Giornata mondaile per i diritti delle persone disabili del prossimo 3 dicembre, il film sarà proiettato in 30 sale in tutta Italia, tra cui la Cineteca di Bologna, in Tanzania (nelle città di Dar es Salaam e Iringa) e sui voli dell’Air Turkish.

“Less is more” racconta il viaggio di De Angelis e di una piccola carovana di amici e volontari attraverso la Tanzania, un paese in cui, ha raccontato Paolo Chesani di Cefa onlus, “la disabilità è vissuta come una disgrazia irrecuperabile, come una colpa che costringe i disabili a vivere isolati e spesso in condizioni di povertà”. Obiettivo dell’iniziativa è stato dunque dare un segnale all’opinione pubblica, “per dimostrare che la disabilità può essere integrata in una vita dignitosa e per ribaltare il clichè che vuole i disabili emarginati o chiusi in casa”. Lo stesso viaggio è stata un’occasione per gli abitanti dei villaggi e delle città attraversate di ascoltare l’esperienza di De Angelis e per i disabili anche di uscire dall’isolamento. “I veri nemici della disabilità sono l’isolamento e l’autocensura delle persone disabili, non è facile superare questi pregiudizi – spiega il regista – ma vale la pena tentare e, soprattutto, vale la pena raccontare la storia di chi ci è riuscito”.

Attiva da 40 anni, Cefa promuove in Tanzania progetti a sostegno delle persone disabili attraverso attività di formazione al lavoro: negli ultimi anni sono circa 150 quelle che hanno acquisito competenze grazie alle quali hanno poi trovato un’occupazione, in particolare in campo alimentare (cuochi, fornai) ma anche fabbri e nei servizi.

La proiezione di “Less is more” fa parte di “I linguaggi della cura: arte in salute”, uno dei 9 progetti di Prisma (Promuovere realizzare insieme salute mentale attivamente) promosso da un gruppo di associazioni di utenti e familiari dei Servizi di salute mentale di Bologna aderenti al Cufo (Comitato utenti familiari e operatori), organismo di partecipazione dei cittadini per la promozione e la valorizzazione della salute mentale. (lp)

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