20 maggio 2024 ore: 13:28
Salute

Arriva “sAIL Camp”, il progetto AIL di riabilitazione per i pazienti onco-ematologici

Da maggio a settembre 2024, quaranta pazienti in follow up potranno trascorrere due giornate a Campione del Garda per ritrovare un nuovo equilibrio psico-fisico. L’Associazione Italiana contro le Leucemie, i linfomi e il mieloma: “Obiettivo è fornire gli stimoli per tornare alla normalità secondo il proprio ritmo e le proprie abitudini”
Sail camp
BRESCIA - Tutto pronto per “sAIL Camp” un importante progetto di riabilitazione psicologica promosso dall’Associazione Italiana contro le Leucemie, i linfomi e il mieloma e rivolto ai pazienti onco-ematologici di tutta Italia, prevalentemente attraverso l’attività di vela-terapia, voluto dalla sezione AIL di Brescia e dalla sede nazionale AIL e in collaborazione con Univela Campione del Garda. “La diagnosi di una malattia onco-ematologica rappresenta uno degli eventi più impattanti e destabilizzanti che una persona possa affrontare nell’arco della propria vita - si legge in una nota -. L’iniziativa AIL si pone l'obiettivo di offrire a quaranta pazienti in follow up di trascorrere due giornate nella splendida cornice di Campione del Garda (BS) per ritrovare un nuovo equilibrio psico-fisico grazie al sostegno di un team multidisciplinare composto da medici, infermieri, psicologi e nutrizionisti che con loro instaurerà una relazione di fiducia e complicità. 
 
“L’obiettivo di sAIL Camp è quello di offrire un luogo accogliente e protetto per fornire degli stimoli che possano costituire un’occasione per ricominciare a tornare alla normalità secondo il proprio ritmo e le proprie abitudini”, spiega Alessia Rosito, psicologa AIL Brescia. I pazienti onco-ematologici, infatti, avranno l’opportunità di vivere due giorni a contatto con la natura, verranno proposte attività di carattere sportivo e laboratoriale, sarà organizzata un’uscita in barca a vela che consenta al paziente di riprendere metaforicamente il timone della propria vita e un percorso a piedi che gli permetta di rimettersi in cammino. Il progetto verrà realizzato in modalità residenziale ed è aperto ai pazienti di tutta Italia in follow up, si svilupperà in quattro weekend a Campione del Garda (BS): 25-26 maggio; 15-16 giugno; 27-28 luglio; 14-15 settembre, ogni weekend vedrà la partecipazione di 8-10 pazienti.
 
“Una natura incontaminata, uno sport salubre come la vela che è adatta a qualsiasi età, sono elementi terapeutici utili alla riabilitazione psicologica dei Pazienti onco-ematologici” afferma Giuseppe Navoni, presidente AIL Brescia e vice presidente nazionale AIL. Nel corso dell’iniziativa saranno inoltre proposte attività per approfondire tematiche riguardanti l’educazione alimentare. "sAIL Camp è un progetto che nasce per favorire la riabilitazione psicologica. L’uscita in barca è un momento nel quale i pazienti hanno modo di rilassarsi, provare un’esperienza nuova e stare all’aria aperta. Portando avanti anche questo progetto si è capito quanto fosse importante prendersi cura della salute dei pazienti a 360 gradi, partendo anche delle abitudini alimentari. Un tema assolutamente attuale è quello legato al mondo delle diete, che risulta sempre più complesso e molto spesso contradditorio. In questo contesto di attenzione allo stile di vita nella sua totalità sono stati quindi inseriti anche degli incontri con dei Biologi Nutrizionisti volti a chiarire ai pazienti alcuni concetti di educazione alimentare, con l'obiettivo di fornire gli strumenti e le nozioni adeguate a coltivare la propria salute a partire dall'alimentazione" rilevano Elisa Navoni e Davide Gandaglia, biologi nutrizionisti.  
 
Toccante l’esperienza di un partecipante: “Andare in barca a vela è stato come sfidare il vento e sentirmi libera e in pace. La bellezza del lago, le montagne, la profondità del cielo, la colazione in compagnia all’aperto con il sole che ti scalda il cuore, le risate, la spensieratezza, le passeggiate in mezzo alla natura… Tutto ciò mi ha fatto capire che anche chi sta vivendo dei momenti di buio può avere l’occasione di vivere un pezzo di felicità. Ho visto nel gruppo il desiderio che questa esperienza possa alleggerire almeno in parte la sofferenza della mente e del cuore nelle persone che all’improvviso si sono dovute confrontare con una malattia inaspettata, che ha sconvolto le loro vite, portando con sé, al termine dei tre giorni trascorsi insieme, la consapevolezza che la cosa importante è capire e far sentire che anche nel dolore non si è soli”.
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