Arriva "Tina la robottina": aiuterà i disabili a mangiare e aprire le porte
TORINO - Giulia è una ragazza di 13 anni. È intelligente e creativa, ma è anche affetta dall’artogriposi, una malattia rara che le impedisce di usare braccia e gambe e la costringe su una carrozzina elettrica. Fin da piccola, ha sempre tenuto alla sua autonomia: così, come molte persone disabili, ha dovuto inventarsi una serie di escamotage per poter compiere operazioni che molti di noi danno per scontate, come mangiare una pizza o una bistecca. Con l’adolescenza e le cene di classe, però, alcuni di quei gesti hanno iniziato a farsi imbarazzanti; così Giulia ha chiesto a suo padre Alessio, un consulente di ausili per disabili, di inventare un marchingegno che la aiutasse a sentirsi un po’ meno osservata quando le capita di cenare assieme alle sue amiche.
Suo padre, però, non possedeva il complesso bagaglio di nozioni ingegneristiche necessarie a creare una soluzione ad hoc per la ragazza. Ma poi a Torino è arrivata la prima edizione di Hackability, una convention che, a partire dal 7 febbraio scorso, ha riunito designer, progettisti, creativi e disabili; che si sono incontrati nel laboratorio di ingegneria digitale Fab Lab, per immaginare e sviluppare soluzioni tecnologiche a basso costo che semplificassero la vita.
Tina la robottina |
Ad accogliere la sfida di Giulia e Alessio Di Renzo, quella mattina, c’erano Marinella Levi, docente di Scienza e tecnologia dei materiali al Politecnico di Milano, ed Emanuele Lomello, che nella vita fa l’interaction designer: unite le forze, hanno continuato a lavorare per tutto il mese appena trascorso a un progetto che potesse essere realizzato con l’ausilio di una stampante 3d e di una macchina a taglio laser, come da regolamento Hackability.
È nata così “Tina la robottina”, un braccio meccanico pensato non soltanto per mangiare, ma anche per afferrare e sollevare oggetti e compiere movimenti complessi; il cui primo prototipo è stato presentato lo scorso sabato, nell’evento finale della convention, e il cui progetto, al pari degli altri presentati, sarà presto disponibile in rete. “In realtà - spiega Di Renzo - si tratta di una prima versione, che andrà ulteriormente ampliata e sviluppata. Per il momento abbiamo implementato le funzionalità di base: all’estremità del braccio abbiamo posto un’elettrocalamita, e, per la dimostrazione di sabato, abbiamo creato delle finte bistecche in spugna imbottite di lana di ferro, in modo che il braccio potesse sollevarle”.
- Installato direttamente su un lato della carrozzina elettrica, il robot è per ora in grado di compiere una serie di movimenti molto precisi. A comandarne le varie funzioni, come altezza e rotazione, sono due Joystick collegati a una serie di sensori. “Una delle funzioni più importanti - continua Di Renzo - è data proprio da un sensore di prossimità al tocco, che favorisce il ritorno del braccio in un preciso punto nello spazio: in questo modo, il robot è in grado di portare un boccone esattamente fino alla bocca. Per il futuro, vogliamo poter installare diversi oggetti all’estremità del braccio, così da poter compiere differenti operazioni: oltre a un cucchiaio e a una forchetta, ad esempio, vorremmo dotarlo di una pinza meccanica, che aiuti a prendere e a sollevare oggetti”. Dal canto suo, Giulia Di Renzo ha già in mente funzionalità anche molto più evolute: “Mia figlia - continua Alessio - ci ha già posto di fronte a sfide parecchio complesse: vorrebbe ad esempio poter infilare e girare le chiavi nella serratura di una porta, il che richiede un tipo di movimento molto preciso e complesso. Noi comunque continueremo a lavorare insieme per cercare di accontentarla”.
Nel frattempo, il progetto del primo prototipo di “Tina la robottina” sarà presto disponibile sul sito di Hackability, sotto licenza Creative commons, in modo che chiunque possa scaricarlo e replicarlo. Tra componenti e realizzazione 3 D, il costo stimato è di 200 euro circa. (ams)