20 aprile 2015 ore: 13:38
Società

Asili nido, a Roma flash mob a staffetta dei genitori contro la nuova organizzazione

Per denunciare la delibera “unilaterale del Comune”, che riforma il modello organizzativo di nidi e materne, centinaia di genitori del gruppo Geronima hanno fatto rete. Oggi, seconda tappa della “staffetta” di flash mob, per chiedere che “siano riviste con urgenza le misure adottate”

ROMA – Un flash mob di mamme e papà, per dire no al nuovo modello organizzativo voluto, unilateralmente, dal comune di Roma per asili nido e scuole dell’Infanzia (deliberazioni 236 e 309 del 2014). Sotto attacco, soprattutto, l’eliminazione della sostituzione della prima malattia nel corpo educativo della struttura e il passaggio da rapporto frontale a rapporto medio, che vanno ad aggiungersi a carenze storiche come l’edilizia fatiscente, la carenza di personale e la cronica insufficienza di posti nei nidi comunali. La denuncia arriva, già da tempo, da centinaia di genitori, che si sono messi in rete, costituendo il gruppo “Ger.ro.ni.ma” (Genitori Roma nidi e materne) e organizzando una “staffetta” di flash mob. Il primo, il 15 aprile, fuori dal nido San Gregorio al Celio, dove con cartelli e letture “abbiamo voluto dare simbolicamente voce al disagio che i più piccoli vivono nei servizi educativi di Roma Capitale”, spiegano. La seconda tappa, questa mattina, davanti al nido “I coccetti” di Testaccio.

“Le istituzioni dichiarano di voler costruire una città ‘a misura di bambino’ e sventolano lo slogan della ‘partecipazione dei cittadini, - denunciano i genitori - ma pensano di disinvestire proprio sul futuro stesso della nostra società, l’educazione dei bambini, e rifiutano di confrontarsi  con i genitori per quanto riguarda l’organizzazione e la gestione del servizio educativo. Chiediamo quindi al comune di rivedere con urgenza le misure adottate, che nei pochissimi giorni di applicazione hanno già mostrato tutte le loro debolezze, in particolar modo la normalizzazione di situazioni di ‘fuori rapporto’ rispetto a quanto stabilito ad oggi dalle norme vigenti, arrivando a limiti inaccettabili di un’ educatrice per 10 bambini in età compresa tra 4 e 36 mesi. Un limite enorme alla realizzazione del progetto educativo che il nido dovrebbe garantire ai nostri piccoli, perché vengono penalizzati quei momenti privilegiati tra educatrice e bambino nel lavoro per piccoli gruppi e tra educatrice e famiglia nei momenti di accoglienza e congedo”.

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