17 novembre 2014 ore: 10:38
Immigrazione

Asilo: 25 mila domande di protezione nei primi 6 mesi dell'anno, come tutto il 2013

Rapporto sulla protezione internazionale 2014. Si tratta precisamente di 25.401 richieste d'asilo a fronte delle 27 mila dell'intero anno precedente. Il 70 per cento dei migranti proviene dal continente africano. Esito positivo per il 61 per cento delle domande esaminate nel 2013
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ROMA - Nel primo semestre del 2014 il numero delle domande di protezione internazionale presentate dai richiedenti asilo in Italia arriva quasi all'intera cifra del 2013: sono infatti 25.401 in soli sei mesi a fronte delle 27 mila dell'intero anno precedente. Lo dice il Rapporto sulla protezione internazionale in Italia, di Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati del ministero dell'Interno) - Anci (Associazione nazionale dei comuni italiani), Unhcr (Alto commissariato Onu per i rifugiati), Caritas e Fondazione Migrantes presentato oggi a Roma.

La maggior parte (70 per cento) delle domande registrate nei primi mesi dell'anno, proviene da cittadini del continente africano e nel 25 per cento di quello asiatico. Il 93 per cento dei richiedenti è maschio, mentre tra i primi dieci paesi di origine degli stranieri a cui le commissioni territoriali hanno esaminato le domande di asilo ci sono Mali, Nigeria, Gambia, Pakistan, Senegal, Afghanistan e Ghana. "Per far fronte alla richiesta di accoglienza e assistenza degli stranieri, sono state predisposte specifiche strutture dedicate ai migranti che, sia nelle funzioni attribuite che nella capienza prevista, si differenziano tra di loro - spiega il rapporto - . In Italia, al 26 agosto 2014, la capienza teorica complessiva di Cpsa (Centri di primo soccorso e accoglienza), Cda (Centri di accoglienza) e Cara (Centri di accoglienza per richiedenti asilo) è pari a 7.810 posti che diventano 10.331 nel numero di presenze di immigrati accolti ed assistiti nei centri a cui si aggiungono oltre 28.500 migranti accolti nei Cas (Centri di accoglienza straordinaria)". Il centro che accoglie in assoluto il numero maggiore di immigrati è il Cda-Cara di Mineo (in Sicilia) con 3.792 persone accolte (sono il 37 per cento di tutte le presenze nei centri di accoglienza in Italia). A questo seguono i centri di Bari Palese con 1.746 presenze (con il 17 per cento di presenze sul totale nazionale) e Crotone con 1.531 (il 15 per cento).

Dal 1 gennaio al 1 luglio 2014, sono stati registrati nel nostro Paese circa 400 eventi di sbarco per un totale di 65.456 migranti giunti sulle coste italiane a bordo di imbarcazioni (come si sa il numero dei migranti sbarcati in Italia è arrivato a circa 150 mila nel secondo semestre del 2014, periodo che non rientra nelle stime del rapporto ndr.) Sono state 25.401 le domande di protezione internazionale registrate. Nello stesso periodo del 2013 il dato relativo agli sbarchi è sensibilmente inferiore, sono infatti 7.916 le persone che hanno raggiunto le coste italiane, dato però superiore al 2012. Mentre sono 27 mila le domande d'asilo (per l'intero 2013). Nel 2013 infatti l’Italia è stata sottoposto ad un massiccio afflusso di migranti, circa 43 mila in totale, il 325 per cento in più dell’anno precedente, una tendenza che prosegue anche nel 2014. Sostanzialmente in tutti gli anni è la Sicilia la regione in cui avviene il numero maggiore di sbarchi, basti pensare che nei soli primi sei mesi del 2014 in Sicilia sono giunti l’85,5 per cento dei migranti sbarcati in Italia, seguita dalla Puglia e dalla Calabria.

Con riferimento alla nazionalità dei migranti giunti sulle coste italiane nei primi sei mesi del 2014 si evidenzia che circa il 30 per cento del totale è di nazionalità eritrea, a cui seguono i siriani e i malesi. Nel 2013 i migranti che in misura maggiore sono approdati sulle coste italiane sono stati siriani (il 26, 3 per cento), eritrei (23 per cento) e somali (7,6 per cento); rispetto invece all’anno 2012 sono i tunisini la nazionalità maggiormente rappresentata con il 17 per cento rispetto, di poco, a somali (16,4 per cento) ed afghani (13 per cento).

Se si guarda invece ai paesi di origine dei richiedenti protezione internazionale si scopre che essi appartengono a due continenti: africano e asiatico. Nello specifico la prima nazionalità di persone che hanno presentato domanda di protezione internazionale è quella nigeriana con 3.519 istanze, seguono le nazionalità pakistana (3.232), somala (2.774), eritrea (2.109), afgana (2.056) e malese (1.806).

Per quanto riguarda le decisioni relative alle istanze presentate alle commissioni territoriali italiane, il Rapporto evidenzia che nel 2013 sono circa 24 mila le domande esaminate. Per 8.642 persone, vale a dire il 36,6 per cento dei richiedenti, è stata riconosciuta una forma di protezione internazionale, nel dettaglio: al 13 per cento è stato riconosciuto lo status di rifugiato mentre la protezione sussidiaria è stata accordata al 24 per cento dei richiedenti. Se poi si sommano a questi ultimi coloro ai quali è stato rilasciato un permesso di soggiorno per motivi umanitari (24 per cento), l’esito positivo delle domande in termini di riconoscimento di una qualche forma di protezione è stato del 61 per cento. Con uno sguardo oltre i confini nazionali si scopre invece che nel 2013 nei paesi dell’Unione Europea sono state presentate 435.390 domande di protezione internazionale, con circa il 30 per cento di esiti positivi, ovvero di richieste a cui è stata riconosciuta una qualche forma di protezione internazionale. In particolare si rileva come siano Germania, Francia e Svezia ad avere un numero di domande di protezione internazionale superiore alla media ponderata europea.

Nel Rapporto si ricorda inoltre che, dopo un primo consistente numero di sbarchi di migranti nel 1999, provenienti in particolare dall’Albania a seguito della guerra del Kosovo, tra il 2000 e il 2007 gli arrivi sulle coste italiane si presentano con un flusso costante. Dal 2008 al 2013 l’andamento degli sbarchi diviene invece instabile, riflettendo le condizioni politiche-economiche e sociali dei paesi di origine dei migranti. Sono infatti il 2008, 2011, 2013 e 2014 gli anni che maggiormente evidenziano questa situazione: la prima emergenza Nord Africa (2008), l’esodo seguito agli eventi che hanno caratterizzato la cosiddetta Primavera Araba (2011) e il manifestarsi e riacutizzarsi di conflitti vecchi e nuovi in numerosi territori del Nord Africa e del vicino Medio Oriente (2013-2014).

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