9 settembre 2016 ore: 17:15
Immigrazione

Asilo, Asgi critica la riforma del processo civile: "Viola norme italiane e europee"

Le ipotesi di riforma del processo civile per la trattazione dei ricorsi in materia di protezione internazionale e dei giudizi in materia di immigrazione avanzate dal Guardasigilli non convince l’associazione per gli Studi Giuridici sull'Immigrazione. "Ministro apra un confronto democratico su questi temi”
Immigrati richiedenti asilo in fila

ROMA – Il ministero della Giustizia "abbandoni" le ipotesi di riforma del processo civile per la trattazione dei ricorsi in materia di protezione internazionale e dei giudizi in materia di immigrazione e "apra ad un confronto" prima di ogni decisione. A chiederlo è l’Asgi, l’Associazione per gli Studi Giuridici sull'Immigrazione, che in una nota commenta le proposte del ministro della Giustizia, Andrea Orlando, avanzate in diverse sedi istituzionali. Nonostante manchi ancora un testo normativo che, spiega l’associazione, non è stato ancora reso pubblico dal ministero, l’Asgi ritiene “doveroso proporre una breve analisi delle proposte ministeriali, rilevando forti criticità nei confronti di un progetto che, se realizzato, comporterebbe la certa violazione delle norme nazionali ed europee in materia di tutela dei richiedenti asilo e dei cittadini stranieri”.

Prima nota dolente l’incostituzionalità, secondo Asgi, della proposta di eliminare la possibilità di ricorrere in appello nei confronti delle decisioni del Tribunale in materia di procedimenti per il riconoscimento della protezione internazionale. “Questa scelta – spiega la nota -, soprattutto se accompagnata alla modifica del rito con la sostituzione del rito sommario di cognizione con il giudizio camerale di volontaria giurisdizione, appare in netto contrasto con la Costituzione (artt. 3, co. 1, 10, co. 3, 24, co. 2 e 111, co. 1, Cost.). Il numero, pur in aumento, delle cause relative alla protezione internazionale non può, di per sé, giustificare la radicale riforma voluta dal Ministro della giustizia, perché l’aumento incide in termini contenutistici su un sistema di per sé critico, per ovviare al quale non può essere sacrificato il diritto di difesa relativo ad un diritto fondamentale, mentre occorre insistere su altri tipi di riforma”.

Contraria al diritto europeo, invece, una riforma del giudizio in materia di protezione internazionale che elimini l’udienza e la comparizione personale del richiedente o ricorrente. “Assegnerebbe al giudizio relativo alla protezione internazionale una mera funzione di controllo cartolare dell’esame svolto dalla Commissione territoriale – spiega la nota -. La video registrazione dell’audizione in sede amministrativa del richiedente asilo costituirebbe una misura inidonea a garantire le regole del giusto processo e che utilizzerebbe una prova formata dalla amministrazione, senza che al ricorrente/richiedente asilo sia consentito di eccepire violazioni anche rispetto alle tecniche con le quali si è svolta l’audizione”.

Un quadro che, se dovesse realizzarsi, “sarebbe aggravato dalla mancata riforma del sistema amministrativo di decisione sulle domande di protezione internazionale e dal mantenimento della collocazione dell’organo amministrativo decisionale all’interno del potere esecutivo – aggiunge la nota - . I presidenti della Commissione nazionale per il diritto d’asilo e delle Commissioni territoriali sono, infatti, dirigenti prefettizi e tali organi sono inseriti all’interno del Ministero dell’Interno”. Così delineato, quindi, “il sistema sarebbe in contrasto con le direttive europee e con la giurisprudenza di legittimità italiana, che richiedono che la decisione giudiziale sia presa sulla base dei dati e degli elementi acquisiti dal magistrato al momento della decisione e non già al momento delle dichiarazioni rilasciate dal richiedente in fase amministrativa”. Per tali ragioni, l’Asgi auspica che il ministro “abbandoni l’idea di riforma ipotizzata e apra un sereno confronto democratico su questi temi, rendendo pubblico il testo completo delle norme su cui potere discutere e che, prima di ogni decisione, si arrivi ad un progetto organico di riforma del sistema”.

Secondo l’Asgi, oggi è necessaria piuttosto una “radicale riforma del sistema decisionale in sede amministrativa delle domande di protezione internazionale”, ma non solo. Tra le proposte avanzate dall'associazione, “lo spostamento della competenza giudiziaria dai tribunali dei capoluoghi di distretto di corte di appello ai tribunali del luogo in cui il richiedente asilo ha il suo domicilio, ai sensi dell’art. 5, d.lgs. 142/2015; la previsione di una giurisdizione unica in capo all’autorità giudiziaria ordinaria, individuata nel tribunale ordinario, per tutte le decisioni concernenti le forme di tutela avverso i provvedimenti della P.A. riguardanti la condizione giuridica dello straniero; la sospensione dell’efficacia esecutiva dei provvedimenti della P.A, in caso d’impugnazione tempestiva; l’effettivo accesso al patrocinio a spese dello Stato per i soggetti bisognosi, senza distinzione in base alla cittadinanza”. Infine, conclude la nota dell'Asgi, occorre la “previsione generalizzata del contraddittorio obbligatorio con la persona interessata prima dell’adozione di provvedimenti negativi in tema di ingresso e soggiorno degli stranieri in Italia”.

 

 

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