Asilo, Boldrini: "No fondi a paesi che non rispettano obblighi"
ROMA – Stop ai fondi strutturali per quei paesi membri che non rispettano le decisioni prese sul tema delle migrazioni in sede europea.A chiederlo è la presidente della Camera dei deputati, Laura Boldrini, a margine della conferenza di presentazione dell’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile (una rete di 80 tra le più importanti istituzioni e reti della società civile italiana) tenutasi oggi presso la Sala della Regina a Montecitorio. Un tema, quello dello sviluppo sostenibile, su cui secondo Boldrini l’Europa dovrebbe avere un “ruolo da leader come lo è sempre stata nell’ambito dei diritti in generale”. “Incluso il diritto d’asilo”, ha sottolineato Boldrini, su cui però “alcuni stati membri stanno facendo passi indietro”.
Per la presidente della Camera, il tema delle migrazioni “si gestisce se si sta tutti insieme e se ognuno si assume la propria responsabilità, tanto più quando si è deciso di farlo – a chiarito a margine della conferenza -. Questa marcia indietro è veramente inaccettabile e colpisce alcuni paesi andando a vantaggio di altri. Ritengo che l’Unione europea abbia la responsabilità di riconsiderare certe posizioni, di essere più esigente con gli stati membri e di riuscire a mettere in atto un sistema di condizionalità: gli stati membri che non ottemperano ai propri obblighi non dovranno avere l’accesso a tutti i fondi che altrimenti potrebbero avere. Non vedo altri sistemi per riuscire a non far saltare tutto il sistema”.
Il diritto di dare asilo, ha aggiunto Boldrini, “è fondativo dell’Unione europea e gli stati europei hanno un obbligo. Oggi il flusso migratorio è essenzialmente di richiedenti asilo, di persone che fuggono dalle guerre, dalle violazioni dei diritti umani e dalle persecuzioni”. Tuttavia, ha aggiunto Boldrini, sarebbero pochi i paesi dell’Unione europea “a onorare questo impegno”. “Sicuramente la Grecia – ha spiegato -, che è il paese più esposto con gli arrivi, poi l’Italia e la Germania, che lo scorso anno ha avuto un flusso altissimo di richiedenti asilo, e la Svezia. Non è possibile che questa responsabilità si risolva sulle spalle di quattro o cinque paesi. Noi siamo 28. Gli altri che cosa fanno? In questo senso ritengo che ogni stato debba essere richiamato alle proprie responsabilità anche con un sistema di condizionalità rispetto all’erogazione di fondi strutturali”.(ga)