26 settembre 2014 ore: 12:56
Immigrazione

Asilo: nel 2014 ci saranno 700 mila domande, record degli ultimi 20 anni

Nei primi sei mesi del 2014 è cresciuto del 24 per cento il numero di richieste d’asilo nei paesi industrializzati. Germania al primo posto con 65.700 nuove richieste. Sesta l’Italia con 24.500 domande, quasi quante quelle raccolte in tutto il 2013
Rifugiati, profughi eritrei in fila

ROMA – Richieste d’asilo cresciute del 24 per cento nella prima metà del 2014 rispetto allo stesso periodo dell’anno predecente: superate le 330 mila domande ricevute da 44 governi in Europa, Nord America e alcuni parti della regione Asia-Pacifico, ma a fine anno si arriverà a 700 mila. È quanto afferma l’Alto commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati (Unhcr) in un rapporto pubblicato oggi.  “È il numero più elevato di richieste di asilo per i paesi industrializzati in 20 anni – spiega l’Alto commissariato -, un livello a cui non si assisteva dagli anni novanta ai tempi del conflitto nella ex Jugoslavia”. 

Secondo l’Unhcr, i dati raccolti tra i paesi industrializzati mostrano un incremento non solo rispetto ai primi sei mesi del 2013 (quando sono state raccolte 266 mila domande), ma anche rispetto alla seconda metà dello scorso anno (328 mila domande), sottolineando che si tratta del periodo in cui gli arrivi sono in genere più numerosi della prima metà dell’anno. La causa di tale incremento di richieste, spiega l’Unhcr, è dovuta alle guerre in Siria e in Iraq, nonché ai conflitti e alle condizioni di instabilità che caratterizzano, tra gli altri, paesi come l’Afghanistan e l’Eritrea.

Nonostante il rapporto indichi un aumento netto complessivo di nuove domande, più di due terzi di queste sono state presentate in soli sei paesi: Germania, Stati Uniti, Francia, Svezia, Turchia e Italia. Con 65.700 nuove richieste d’asilo nella sola prima metà del 2014 è la Germania a guidare la classifica dei paesi industrializzati con più nuove domande. Al secondo posto ci sono gli Stati uniti con 52.800 nuove domande nello stesso periodo. Seguono la Francia (29.000), la Svezia (28.500), e la Turchia (27.700). Cinque paesi che da soli, spiega il rapporto, hanno raccolto il 62 per cento di tutte le richieste di asilo della prima metà del 2014. 

Con 24.500 nuove domande, l’Italia è sesta in classifica, ma il numero di richieste d’asilo presentate nei primi sei mesi dell’anno sfiora di poco quello di tutte le domande raccolte nel 2013: lo scorso anno, infatti, secondo l’Unhcr sono state presentate complessivamente 25.700 domande. A determinare l’aumento di richieste d’asilo in Italia, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, sono le domande di richiedenti provenienti da Mali, Nigeria, Gambia e Senegal. Per Mali, Gambia e Senegal l’incremento è stato pari a sette volte. Il paese da cui provengono la maggior parte delle richieste d’asilo del periodo preso in considerazione è il Mali, con 4.700 richieste, seguito da Nigeria e Gambia. Dopo l’Italia, il Regno Unito (14.300 domande), Paesi Bassi (12.300), Svizzera (9.500) e l'Austria (8.400).

Complessivamente, però, è la Siria il principale paese di origine dei richiedenti asilo a livello mondiale, con un aumento di più del doppio (48.400 domande rispetto alle 18.900 nello stesso periodo del 2013). Dall’Iraq, dove quest'anno centinaia di migliaia di persone sono state costrette alla fuga, sono venute  21.300 richieste di asilo, seguito da Afghanistan (19.300) ed Eritrea (18.900). “Ci troviamo in un’epoca di crescenti conflitti - ha dichiarato l'Alto commissario delle Nazioni unite per i rifugiati, António Guterres -. Il sistema umanitario globale è già in grande difficoltà. La comunità internazionale deve preparare la popolazione al fatto che, se non si troveranno soluzioni ai conflitti, nei prossimi mesi e nei prossimi anni sempre più persone avranno bisogno di rifugio e di assistenza. Purtroppo, non è chiaro se le risorse e l'accesso all'asilo saranno a disposizione per aiutarli”. I numeri contenuti nel rapporto, però, non fotografa appieno il fenomeno delle persone in fuga da guerre e conflitti, precisa l’Unhcr. “A livello mondiale, alla fine del 2013, si contavano 51,2 milioni migranti forzati – spiega il rapporto -. Nella maggior parte dei casi si tratta di sfollati all’interno del proprio paese, oppure di rifugiati nei paesi confinanti alle zone di guerra”. (ga)

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