Assistenti sessuali per i disabili, “c’e’ troppo clamore”: arriva il laboratorio intimo
boxBOLOGNA - Gli assistenti sessuali per disabili raccontati con toni scandalistici sulla stampa e in rete. Peggio, associati alla prostituzione. “Il nostro ruolo esiste da una decina d’anni, è ben accetto, ma siamo comunque un gruppo abbastanza discreto che tende a non pubblicizzare troppo la cosa, anche per tenerci un po’ al riparo dai media scandalistici. Purtroppo l’associazione con la prostituzione c'è e ci sarà sempre, non esce dalle teste di chi non sa e giudica. A me non disturba, ma è un pregiudizio che esiste", racconta Lorenzo Fumagalli, assistente sessuale che interverrà alla seconda edizione del laboratorio "La farfalla sulla pelle", promosso da Nicola Cuomo, docente di pedagogia speciale dell’Alma Mater. Un incontro di due giorni, il 6 e 7 settembre a Lizzano in Belvedere, in provincia di Bologna, voluto per dare risposta ai bisogni di sessualità dei ragazzi con deficit mentali.
Lo stesso Cuomo, professore non vedente esperto di didattica dell’integrazione, con anni di ricerche alle spalle sulla “emozione di conoscere”, insiste sulla necessità di “rigore e la serietà” rispetto a un tema così delicato e importante. Di qui la proposta formativa, che farà incontrare due assistenti sessuali, Lorenzo Fumagalli e Barbara Soluna, che da anni esercitano questa professione, con le famiglie e gli operatori. Una attività promossa dall'insegnamento di Pedagogia speciale in convenzione con l'associazione di promozione sociale De@Esi e la Fondazione Condivivere. “Non un convegno - spiega il docente - ma un evento più intimo e ristretto; un incontro che vuol fornire serietà e rigore agli spesso superficiali e cronachistici articoli sulla stampa e dalle esperienze divulgate in Internet circa la figura professionale dell'assistente sessuale".
Anche in questa edizione della "Farfalla sulla pelle", nell'ambito della sessualità “non si vogliono introdurre esperti che consigliano modalità, ma persone che liberamente si confrontano e portano concrete testimonianze”, continua Cuomo. Il laboratorio intende per lo più affrontare il tema della sessualità facendo riferimento ai deficit cognitivi dove non vi sono solo impedimenti fisici ma “forse impedimenti e pregiudizi ben più profondi - osserva il professore - legati al diritto di esercitare la libertà in condizione di non riconoscimento della propria volontà e intenzionalità. Una condizione in cui gli altri decidono per te e decidono anche la tua interdizione sino a dirti quali sono i tuoi bisogni”.
Fumagalli parla della sua attività intervistato al Laboratorio “La farfalla sulla pelle” del 2013. "In genere in caso di disabilità mentale sono le istituzioni, gli educatori e i genitori a rivolgersi a noi. La nostra attività è quella di raggiungere le persone che hanno bisogno di vivere la sessualità. Forse è più sentimento che sesso”. La prima barriera? “Capire che l’esigenza venga dal diretto interessato, dalla persona disabile. Non è un percorso facile. L’innamoramento? E’ un tema comprensibilmente ricorrente, per molti sei un primo amore. Lo riconosco, è una delle parti molto delicate di questa attività”.
Nel laboratorio di settembre (informazioni: alice.imola@unibo.it) si porranno le basi per un master in "Consulente per il superamento degli handicap che i deficit propongono, specializzato sulle tematiche della sfera affettiva e della sessualità" in fase di organizzazione. Per questo il laboratorio, la cui frequenza costituirà credito di accesso al master, è aperto anche a quelle figure professionali che operano nel settore giuridico e che hanno responsabilità nell'ambito dell'amministrazione di sostegno. (Ginevra Gatti)