Assistenti sociali scrivono a Renzi: fare di più per tutelare le fragilità
BOLOGNA - “Le società prosperano quando la dignità e i diritti di tutte le persone sono rispettati”. È il tema dell’edizione 2016 dell’International Social Work Day, la Giornata mondiale del Servizio sociale, che si celebra oggi. Ed è proprio da questo tema, che rappresenta l’essenza stessa della professione di assistente sociale, che parte la riflessione che Gianmario Gazzi, presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine degli assistenti sociali, ha messo nero su bianco in una lettera aperta al Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, a tutti i ministri e al Parlamento per chiedere che nelle politiche pubbliche ci sia più spazio per la difesa delle persone fragili. “Tutelare gli altri, riconoscerne l’unicità e dare sostanza tangibile al termine rispetto è un fattore di accrescimento della coesione sociale, di inclusione e giustizia”. Nella lettera Gazzi sottolinea che: “Le erogazioni monetarie senza opportunità di riscatto sono misure meramente assistenzialistiche che poco rispondono a quella richiesta di dignità che tutti noi giustamente pretendiamo”. Insomma, “non basta disporre risorse, anche se quelle attuali sono drammaticamente insufficienti, per aiutare efficacemente le persone ma servono idee, professionalità, capacità di lettura, riflessività e pensiero critico, ma anche ricerca, formazione permanente e nuove lenti con cui affrontare i cambiamenti della società”.
Nella lettera il presidente del Consiglio nazionale degli assistenti sociali sottolinea il “disorientamento di fronte alla velocità dei mutamenti con cui ci confrontiamo che provoca nei singoli, e spesso in intere parti della società, sentimenti di paura”. Il rimando è ovviamente a ciò che sta accadendo ai confini dell’Europa. Ma nonostante questo, “abbiamo ancora la forza di guardare, di accogliere e lottare contro le ingiustizie diffuse, molte persone, nonostante le difficoltà, hanno aperto le loro case, molte continuano ad aiutare, tante hanno iniziato e continuano a fare volontariato – continua – La coesione sociale che sembrava essere messa in crisi dalle migrazioni ma anche dalla rappresentazione individualistica delle persone, continua a esistere ed è probabilmente ciò che ci ha permesso di affrontare i danni più profondi della crisi economica che da un decennio ci ha colpito”. Insomma, secondo Gazzi, “il confronto così vivido con le nostre paure ha risvegliato in molti una risorsa sopita, il rispetto”, la cui tutela trova però “sempre maggiori ostacoli culturali e normativi”.
"Siamo 42 mila professionisti impegnati ad agire per garantire il rispetto dei diritti e della dignità in funzione del benessere sociale di tutti, anche di chi vorrebbe ergere barriere o isolare il diverso. Noi siamo quelli che si occupano di individui e gruppi scomodi, di chi ha commesso reati e di chi soffre interiormente, di chi non è o non si sente all’altezza delle richieste della società in cui vive, di chi è sfruttato e di chi fugge, noi prendiamo la parte delle persone che non possono affermare e difendere da sole i propri diritti e la propria dignità”. Ecco perché, “è indispensabile che chi si rivolge a noi per essere accompagnato e tutelato si possa affidare a professionisti sempre più capaci e formati. Professionisti a volte poco rispettati, spesso minacciati e che troppo spesso devono lottare ogni giorno per poter svolgere il loro compito e per il diritto e il dovere di esercitare con correttezza e competenza questa bellissima professione”. Da qui la richiesta a governo e Parlamento, “di favorire la crescita civile del Paese attraverso coerenti e conseguenti risposte affinché tutti noi, professionisti, istituzioni e singoli, si possa rimettere al centro del nostro pensiero e delle nostre azioni la dignità e il rispetto perché siano reciprocamente garantiti”. (lp)